Ma che cosa è successo a Novak Djokovic agli Internazionali di Roma? Ha perso in due set concludendo la partita con un doppio fallo. Come si presenterà al Roland Garros? Lo abbiamo chiesto al noto esperto Lorenzo Cazzaniga, che ci ha svelato dei retroscena clamorosi sia sulle terapie di Jannik Sinner al J-Medical che del vero motivo dell’odio di Nicola Pietrangeli nei confronti di Adriano Panatta. Un racconto inedito svelatoci dal giornalista. Ma quello che preoccupa più Cazzaniga è la forma fisica di Matteo Berrettini, che sembra non riuscire più a tornare in campo. E con Alcaraz che sta sempre male e Nole e Sinner che non ci sono, Daniil Medvedev rischia di diventare il primo del mondo? Poi risponde anche alle dichiarazioni di Bottazzi a MOW.
Agli Internazionali arriva la sconfitta inaspettata quella di Djokovic. Che ne pensa?
È stato veramente tragico, perché dall'inizio della stagione, che Djokovic sta giocando molto male rispetto ai suoi standard. Credo che sia rimasto un po' fermo a quei tre match point mancati contro Sinner nella finale di Coppa Davis. Perché fino alle Atp Finals ha giocato un tennis splendido. Anche là ha mancato quell'occasione e si è presentato all'inizio di questa stagione giocando in maniera molto di sotto dei suoi standard, sia all'Australian Open, che nel resto della stagione in cui ha saltato dei tornei.
Ma quale è il problema?
Mi sembra che manchi uno degli aspetti per lui fondamentali, che sono le gambe. Sembra che il fisico, in questo momento così tanto curato, non lo sorregga per questi livelli. Quindi arrivi a perdere anche da Tabilo, che ha giocato un gravissimo match. Djokovic sembra la controfigura di sé stesso. Qualcuno ironizzando diceva “però dai non gioca nemmeno male Marco Djokovic”, che sarebbe suo fratello. Ma è strano, perché pensavo che con le assenze forzate di Alcaraz e Sinner lui lo vedesse con un ulteriore stimolo. Si sarebbero aperte per Novak ancora più possibilità.
C’è chi pensa che stia puntando tutto sulle Olimpiadi.
Non credo che questa pessima prestazione sia perché si sta programmando per quell'evento. Come ha sempre detto lui, le Olimpiadi sono il suo grande traguardo stagionale, perché è praticamente l'unico titolo che non ha mai vinto. Diventa preoccupante che quell'unico titolo che gli manca a questo standard non ha chances ad aggiudicarselo.
A proposito di controfigure, Bottazzi a MOW ha definito la controfigura di sé stesso Matteo Berrettini. Come lo vede?
Beh, è vero. A causa dagli infortuni è così. Finché Matteo non starà bene fisicamente, non ha possibilità di essere competitivo e nemmeno di abbozzare a tornare il giocatore che è stato. Io mi auguro che, vista anche la scarsa preparazione che ha potuto fare, non abbia voluto rischiare troppo sulla superficie a lui meno congeniale, cioè sulla terra battuta, dove evidentemente ha capito di non avere chance. E che stia cercando di ritrovare una condizione sia fisica che mentale per approcciare al meglio la parte di stagione per lui migliore, che è quella sull'erba. È molto breve, è molto concentrata, e quella è una superficie sulla quale, se Matteo fosse in buona condizione, avrebbe ancora la possibilità di un grande exploit.
Manca la continuità?
Non credo che abbia più la condizione per poter essere continuativo nell'arco di una stagione. È come se fossimo nel ciclismo: non è più competitivo per un Tour de France o un Giro d'Italia, ma per fare bene una grande classica, che per lui corrispondono ai tornei sull'erba. E quindi speriamo che stia cercando di ritrovare la condizione per farsi provare pronto, come ad esempio quando partono i tornei su quella superficie.
Ma almeno ci sta provando.
Io credo che ci stia provando ma che non sia in condizione. Quello che preoccupa è che ci stia provando e non ci stia riuscendo. Quindi vuol dire che il processo di preparazione, di rieducazione non sta funzionando almeno ai livelli che lui ritiene necessari per poter giocare. Giocare in condizioni non al 100% sulla terra battuta, che è una superfice così complessa dal punto di vista fisico e peraltro la meno preferita da Matteo, non l'ha nemmeno invogliato a prendere un minimo rischio.
E Sinner? Quando lo rivedremo?
Non so nemmeno se lo sa lui ancora. La nota positiva è che da quanto emerso dal J-Medical è un problema traumatico e non congenito. Se fosse stato congenito la preoccupazione sarebbe stata enorme perché voleva dire che il problema si poteva in qualche modo ripresentare. Se è traumatico è diverso: adesso inizia gli allenamenti senza racchetto di ripresa e valuterà con lo staff giorno per giorno nell'idea di ripresentarsi a Parigi al 100%. Deve essere certo quando scende in campo di non avere problemi che possano poi causare uno stop forzato di un periodo molto più lungo. Se devi perdere un torneo dello slam per lui è tanto, perché in questo momento la concorrenza è poca. E quella poca sta facendo male o è infortunata peggio di lui, come Alcaraz che si fa male in continuazione. Ha vinto la prima tappa dello slam, è chiaro che sogni il Roland Garros.
Ma ci arriva o no a Roland Garros?
Chiunque dica qualcosa ora mente, perché solamente i medici e il suo staff lo potranno sapere. Forse in questo preciso istante e nemmeno loro ancora lo sanno. Lo valuteranno e sicuramente farà di tutto per essere a posto e per poter giocare senza problemi perché ha l’acquolina di chi ha vinto uno slam, e sa che la concorrenza è malconcia. Però non prenderà nessun rischio che possa compromettere uno stop di lungo periodo. Quello non lo fa e piuttosto la rinuncia al Roland Garros se il fisico o la preparazione non lo consentono.
Però manca poco a Parigi.
Purtroppo, sì, da qui al Roland Garros manca poco. Questa prima settimana, in cui si testerà anche se non probabilmente non con la racchetta in mano, sarà decisivo per capire se può andare o meno. A questi livelli se è tutto a posto ma non hai sufficienti allenamenti alle spalle non è uguale.
Anche perché così altrimenti potrebbe rischiare di diventare numero uno Medvedev.
Sì, ma secondo me per Medvedev ci vorrebbe un'inversione di tendenza molto forte. La terra è una superficie che lui non ama tanto e forse anche psicologicamente fa fatica. Al Roland Garros non ha mai fatto nulla. Ma è chiaro che se Djokovic è questo e Alcaraz non torna in buona condizione, allora rischia di diveltarlo non tanto per merito suo ma per demeriti altrui. Se però Alcaraz si presenta in buone condizioni sarà difficile. Non prevedo un Medvedev che vada troppo lontano. Mi auguro che Djokovic una volta che entra in modalità slam, a Parigi non credo faccia una prestazione come ieri, perché è stato sconcertante, ma non solo per il livello di gioco, ma anche per l'atteggiamento. Sembrava quasi disinteressato alla partita, non c'è stata una reazione, ha chiuso con un doppio fallo, ha tirato delle seconde a quasi 200 km all'ora. Quando arriva lo slam anche l'atteggiamento cambia, quindi se arrivano in condizioni di poter giocare sono tre giocatori, Sinner compreso, che soprattutto sulla terra sono molto più competitivi di Medvedev. Quindi Medvedev per diventare il numero uno deve puntare sulle disgrazie altrui.
La risposta su Berrettini è sensata, se gli si chiede come sta giocando Berrettini semplicemente non sta giocando. Quando era tornato aveva vinto un torneo a Marrakesh senza incontrare chissà quali avversari, ma comunque dimostrando una discreta condizione. Però sono mesi in cui lo abbiamo visto pochissimo, quindi giudicare il tennis di Berrettini è complicato. Ma in ogni caso non è quello il problema.
E quale sarebbe?
Berrettini se stesse bene fisicamente non gioca peggio di una volta, non ha disimparato a giocare. Il problema è essere in condizione fisica e prendere il ritmo partita, il che vorrebbe anche dire poter giocare una serie di tornei e non un torneo sì, due no, uno sì, due no. In questa maniera fai molta fatica a trovare una condizione anche tecnica, perché l'allenamento non è come la partita. Quindi è necessario che stia bene per un periodo sufficientemente in modo tale da essere competitivo a Wimbledon. Però deve giocare tre tornei prima sull'erba e comunque avere anche settimane senza fastidi. Noi vediamo che salta i tornei, ma non sappiamo nemmeno se l'allenamento lo può fare nelle migliori condizioni, magari nemmeno quello. E allora quello è un problema ancora più serio, perché non puoi andare di colpo in partita. Sull'erba sarà un po' diverso.
Perché?
Bisogna fare attenzione: molti considerano l'erba una superficie dove si gioca poco quindi meno traumatica, ma in realtà non è così. E Matteo lo spiegava molto bene anche durante gli anni in cui ha fatto bene a Wimbledon in cui diceva che aveva un male clamoroso al sedere, perché devi sempre stare basso, sei quasi sempre in squat. Lui diceva: “Io che sono alto, finisco le partite con un male al sedere enorme”. Quindi è anche quella una superficie che in altro modo può essere traumatizzante. A maggior ragione è necessario che stia bene, anche perché è la superficie dove lui ha più chance. Sta cercando di valutare se può arrivare lì nella condizione migliori.
E per quello che ha detto Pietrangeli su Sinner?
Quando giocava Pietrangeli era un tennis in cui era molto più difficile farsi male. Non erano tempi in cui ci si allenava nella maniera in cui lo si fa adesso, perché il tennis di allora non richiedeva una qualità atletica paragonabile a quella attuale. Per questo era sicuramente anche molto più difficile infortunarsi. Fare paragoni è sbagliato e anche fuorviante. C'è stata un'evoluzione che porta anche a un dispendio fisico maggiore e quindi alla possibilità di infortunio più alta.
Ma perché si continuano a beccare lui e Panatta?
Direi solo lui Pietrangeli perché per Panatta penso che sia l'ultimo dei suoi pensieri Pietrangeli. Credo ci sia una forma di invidia. Panatta una volta, quando gli chiesi chi fosse più forte tra lui e Pietrangeli, mi disse: “Scrivi che è più forte Pietrangeli così lui è contento, a me non cambia niente e mi evito di sentirmi dire dall'altro che ha vinto la Coppa Davis. Siccome per me è l'ultimo dei miei pensieri, scrivi che è stato lui così siamo tutti contenti”. Non me lo dimenticherò mai. Pietrangeli probabilmente ha un po' di voglia di protagonismo e che andando avanti con l'età non voglia essere dimenticato. Va detto chiaramente che non è che si siano sempre amati.
Ma c’è un precedente?
Sì. Nel momento in cui Pietrangeli è stato destituito dal capitano della Coppa Davis, dopo averla vinto nel 1976, lui accusa Panatta di essere colui che l'ha tradito. Questa credo che sia una ferita insanabile da parte di Pietrangeli