Sembrava che Matteo Berrettini potesse farcela, invece nemmeno quest'anno giocherà gli Internazionali di Roma. Berrettini ha detto “non riuscirò a giocare a Roma, ho provato a fare di tutto. Non sono semplicemente pronto per competere e rischio di farmi male e stare fermo, ed è l'ultima cosa che voglio. Ho dovuto mettere da parte il cuore. Mi sembra di aver già vissuto questa cosa. Spero che il 2025 per Roma sia l'anno buono”. Ma c’è qualcuno, e non è l’unico, per cui l’infortunio di Berrettini potrebbe far nascere alcuni sospetti: a dircelo è l’ex tennista Luca Bottazzi (ora nelle librerie con Break Point), molto duro nei confronti dell’italiano. Ci ha parlato di interessi economici e di tempi di recupero, accostando Matteo ad Adriano Panatta solo in quanto a successo con le donne. E Jannik Sinner invece? Ha iniziato le terapie al Medical J di Torino, ma quale è la sua vera tattica per il rientro? Poi ci ha detto la sua sugli italiani a Roma e sul futuro di Camila Giorgi, a sua volta ritirata e "chiacchierata".
Berrettini si è ritirato dagli Internazionali di Roma, se lo aspettava?
Sono dispiaciuto per lui, perché sembrava aver superato almeno le crisi di questi ultimi due anni dove si ritirava in continuazione e che avesse trovato almeno una continuità nel giocare senza ritirarsi. Qui sembra il gioco dell’oca in cui riparti sempre dal via. A questo punto però sembra quasi una telenovela: Anche i ricchi piangono, con Veronica Castro protagonista, però in questo caso è un uomo. Direi che potrebbero fare un remake.
Addirittura?
Ma che roba è quella a cui stiamo assistendo? Se uno non sta bene, trovo strano che si iscriva ai tornei e prenda le wildcard. Poi se sta così male vuol dire che è una patologia cronica allora, nel senso che ti passa ma poi torna. Però se aveva parlato di una tonsillite vuol dire che ce ne è sempre una diversa: allora è anche sfortunato, perché fa la collezione di malanni. Non lo so, capitano tutte a lui? Si faccia benedire, vada a Lourdes. A un certo punto mi sembra quasi impressionante.
Cosa vuole dire?
Che evidentemente c'è qualcosa di cronico, che gli passa e poi ovviamente torna perché sollecita il problema giocando: giocare a tennis non è come andare a prendere il sole sulla sdraio. Ma ovviamente un professionista non lo dice perché oggi esistono gli sponsor. Se fosse stato il tennis di 50 anni fa l'avrebbero detto.
Quindi oggi perché un tennista non dovrebbe dirlo?
Perché cercano di mantenere gli introiti. Oggi i tennisti e gli atleti di alto livello hanno molti più privilegi (e ribadisco la parola privilegi) rispetto a quelli del passato che si facevano il sedere a quadretti praticamente per la gloria e hanno consentito a quelli di oggi di arrivare a questo punto e straguadagnare. Questo perché qualcuno ha tenuto in piedi il circo per decine di anni. Quindi se fosse un mondo serio e riconoscente, al signor Lever o a Rosewall dovrebbero rifondere milioni di dollari come fondo pensione, minimo.
Sta dicendo che Berrettini non dice la verità su un qualcosa di cronico?
Potrebbe venire il sospetto, perché ci sono troppi interessi in ballo. Non ho elementi per fare affermazioni, però il sospetto è questo. Perché un tempo non c'erano tutti questi soldi, e quando c'è un giro di soldi così cosa succede? Che un prodotto tende a diventare commerciale. E quando un prodotto diventa commerciale diventa più ampio, ma la qualità si abbassa.
Quali sarebbero questi interessi in ballo?
C'è un giro di affari enorme. Il tennis vale 5 miliardi l'anno, e ne distribuisce 1 nei montepremi dei vari tornei. Poi ci sono gli sponsor. Berrettini non ha preso mica i soldi del torneo di Roma perché si è ritirato, però lui, facendo credere che prima o poi torna (ed è un augurio che io gli faccio), non riesce più a far capire quanto sia una cosa volta allo sport o se sia legato prettamente a un interesse economico e al business.
Lei aveva parlato in quest'ottica anche di Rafa Nadal.
Per Rafa Nadal è diverso, lui è un mito; quindi mi auguro che non sia così anche per Rafa. Anche se il fatto che abbia firmato per i sauditi come testimonial non è una scelta che mi ha fatto impazzire. È palese che sia una scelta volta a incassare soldi, e un campione del genere, che ha guadagnato forse un miliardo di dollari, spero che non ne abbia bisogno. Però i tennisti di oggi sono anche delle aziende, non sono neanche loro a decidere più di tanto, li mandano nell'arena a fare la pesca a strascico.
Però Berrettini saprà se è in grado o meno di giocare.
Se non lo sa lui è impossibile che lo sappiano altri. Nel caso fosse così, sembra che lui si presti a questo gioco, ma non è mica il primo né l'ultimo, perché Kyrgios cosa fa? Si è ritirato, gioca, non gioca, non stiamo parlando di un quarantenne, stiamo parlando di un talento che non si riprende da mesi. Che problema ha? Cosa ha fatto? Non si capisce ancora.
Per quanto riguarda Sinner, invece, sappiamo che c'è un problema all’anca e che ha cominciato le cure.
Sì, Sinner ha dichiarato che ha un problema, però non abbiamo elementi per fare una diagnosi. Ci mancherebbe altro che abbia iniziato le terapie, cosa deve fare? Questo a prescindere dall'entità del problema. Deve assolutamente farlo, perché l'obiettivo di Sinner è chiudere l'anno a Torino da numero uno del mondo. Parliamoci chiaro, un Monte Carlo in più, un Madrid in più o in meno cambia poco, lo vincerà il prossimo anno. Questo vale anche per Roma, anche se lui, essendo italiano, ha più affetto per gli Internazionali. Se lui si presta a tutti gli scenari possibili in queste condizioni rischia poi di rompersi e non entrare più in campo. Cosa fa? Butta via il numero uno perché deve giocare a Roma o perché deve prendere una medaglia olimpica?
Quindi sta dicendo che secondo lei non giocherà alle Olimpiadi?
Dipende da come va al Roland Garros e a Wimbledon. Se vince Wimbledon probabilmente gioca le Olimpiadi, perché può evitare di giocare gli altri due Master 1000 americani che contano poco, contano di più le Olimpiadi. Però per lui sono necessari per diventare il numero uno, perché deve difendere la vittoria a Toronto, mille punti. Mentre se a Parigi e a Wimbledon non gioca e non porta a casa un bottino interessante, deve impegnarsi molto di più nella campagna americana sul cemento.
Tatticamente cosa converrebbe che giocasse?
Salute permettendo Roland Garros, Wimbledon, gli Open del Canada, non giocare Cincinnati e giocare gli Us Open. Se fa questo ed è in salute, lui dopo gli Us Open è il numero uno del mondo. Lui tenta di giocare il Roland Garros a tutti i costi. Sinner è un rullo compressore. In questi due anni è diventato l'erede al trono mondiale. Non è che ha fatto dentro-fuori-fuori-dentro, qualche guaio ce l'ha avuto, come tutti. Ma l'anno scorso ha giocato una stagione continua pazzesca, ha avuto un finale e un inizio di stagione mostruoso. In sei mesi, da ottobre a marzo, ha perso tre partite: ha perso in finale con Djokovic, con Alcaraz e con Shelton a Shanghai.
Panatta lo ha definito addirittura un rivoluzionario, non è eccessivo? Ha detto: “Apprezzo Sinner perché lancia con disinvoltura dei messaggi importanti. Dire ai ragazzi di oggi che tutto è possibile a patto di studiare e accettare i sacrifici lo rende quasi un rivoluzionario”.
No, non è eccessivo in un mondo di oggi dove il ferragnismo prevale rispetto all'impegno costante. Per intenderci, Sinner usa molto il top spin e poco il TikTok. Sinner è esattamente l'opposto di questo mondo. Teoricamente lo sport è tutto l'opposto di questa roba qua, anche se con il marketing cercano di tirarlo dentro. Bisogna stare attenti, lo sport è arte, lo sport è sport. In quest’ottica Berrettini, come Adriano Panatta, ha una prospettiva di mercato ampissima: è di bell'aspetto e piace alle adolescenti, mamme e nonne, più di così è impossibile. Ma Berrettini non è Brad Pitt che fa l'attore, fa il tennista e al momento sembra più una bella vetrina di via Condotti, direi che gli manca lo sport.
Un italiano che le piace?
A me gli italiani in generale piacciono tutti perché sono una valanga azzurra, per rispolverare il vecchio termine che apparteneva allo sci degli anni Settanta. Sono tutti ragazzi che si impegnano molto. Non tutti hanno le stigmate del fuoriclasse, del predestinato e la cilindrata di Sinner, però fanno tutti molto bene. Arnaldi è bravissimo, molto professionale, Cobolli sta venendo fuori in modo sontuoso, Darderi ha vinto una partita pazzesca, ha battuto Shapovalov che è sempre un brutto cliente. Poi ci sono Sonego, il veterano Fognini che ancora è lì, che suda anche l'anima, mi sembra nuovo. È una pattuglia ben armata e fornita. Poi non si può pretendere da questi che vincano il titolo, non sono attrezzati per vincere un Master 1000, ma per ben figurare sì.
Cosa ne pensa del ritiro improvviso e senza spiegazioni di Camila Giorgi?
Camila Giorgi probabilmente ha altri interessi e farà altro. Mi dicono che sui profili Instagram figura da blogger, da influencer. Non lo so, forse si dedicherà a quelle cose. Magari farà la coach. Si è buttata sicuramente su qualcosa che funziona molto di più dal punto di vista dell'introito, perché sente che sul campo non può più probabilmente dare quello che il suo tennis ha saputo offrire. Anche se a mio parere lei potrebbe ancora andare avanti e parecchio, perché, a differenza di Berrettini, pur essendo stazze diverse, la Giorgi è una superatleta naturale, mentre Berrettini no, ed è anche per quello che fa fatica a rientrare. Per intenderci non è un Monfils. Berrettini è un giocatore costruito, ha una stazza importante, ma non ha la coordinazione, l'elasticità, l'esplosività di Monfils, per cui se ha un problema ed è cronico è un disastro. Però questo non lo diranno mai, per i motivi che abbiamo detto prima.
Ma è sparita. È tutto normale?
Ho conosciuto Camilla Giorgi che aveva 10 anni nello stage estivo nei primi anni 2000: ho ospitato lei, i genitori e i tre fratelli, tra cui anche la sorella che oggi non c'è più. Una famiglia molto unita ma molto particolare, che già puntava tutto su questa bambina e riversava tutte le speranze per il futuro su di lei. Già da piccola aveva doti prima di tutti di agilità e destrezza incredibili, ma anche tennisticamente interessanti. Cosa c'è di strano in questa sparizione, visto che è un personaggio che è sempre stato così particolare? È noto a tutti nell'ambiente come fosse la gestione della ragazza, quindi mi sorprenderebbe che qualcuno tra gli addetti ai lavori si stupisse. Fa parte del clichè della Giorgi, che sparisce la Giorgi ci sta. Capisco la sorpresa del fatto in sè, ma non di chi l'ha fatto.
Lei ha appena scritto un libro, Break Point, perché un tennista o un amante del tennis dovrebbe leggerlo?
Perché Break Point riassume l'attimo fuggente, quegli attimi che fanno differenza in una partita di tennis così come nelle relazioni e nella vita. Se riesci a cogliere il Break Point vai a segno. Racconta gli Internazionali e anche il prezzo è riferito al titolo (15:40).
Chi coglierà il Break Point a Roma?
Nel torneo femminile le prime due teste di serie sono le prime due al mondo, ovvero la Swiatek e la Sabalenka. A differenza del maschile in cui ci sono l'1 e 4, Medvedev e Djokovic. Entrambe le giocatrici hanno vinto un torneo nel 2024, mentre nel maschile non hanno vinto nemmeno un torneo quest'anno. Il torneo femminile ha un equilibrio maggiore, perché le favorite sono molto più in palla rispetto alle prime due teste di serie maschile a Roma. Per cui il pronostico è ancora più aperto, e dove c'è più incertezza ci può essere ancora più attrattiva. Questo per i veri appassionati di tennis, non per chi è tifoso di un singolo giocatore, che altro non è che un guardone di ultimo corso. Io amo tutti i veri appassionati, ma non amo chi è deluso dall'aver comprato il biglietto per vedere Sinner che non c'è. Ciò che conta è il tennis, il gioco e la disciplina.