Ha esordito in monoposto nel 2021 e dopo soli quattro anni, Andrea Kimi Antonelli sarà al via del prossimo mondiale di Formula 1. Diciotto anni e un talento da vendere, che gli ha permesso di emergere in ogni categoria propedeutica a cui ha partecipato: prima grazie alla vittoria all’esordio in Formula 4 e FRECA, poi con le due vittorie in Formula 2 della passata stagione, nonostante le difficoltà del team Prema. Quando a Brackley è arrivata la notizia dell’addio di Lewis Hamilton, Toto Wolff non ha avuto dubbi: al volante della Mercedes ci sarà Antonelli.
Ed è proprio Kimi a raccontarsi in un’intervista rilasciata a Mercedes nel corso del suo primo giorno a Brackley, la factory della scuderia. Un’ascesa verso la Formula 1 velocissima, ma ricca di momenti speciali oltre che di aneddoti indimenticabili, come la sua prima volta, di nascosto, in un paddock di Formula 1. "Ero a Hockenheim nel 2014. Non potevo entrare nel paddock perché ero ancora troppo piccolo. Mio padre (che in quel weekend correva in Porsche Supercup, ndr) decise di nascondermi in una pila di pneumatici e di farmi passare su un carrello. Abbiamo messo un ombrello in cima per nascondermi meglio, rendendomi più difficile da individuare. Sono riuscito a passare e a entrare nella corsia box e un amico di mio padre mi ha poi procurato un pass. Ho dato un'occhiata in giro per un'ora ed è stata un'esperienza fantastica. Ancora oggi ridiamo sempre della storia del carrello…”.
A undici anni di distanza non ci sarà più bisogno di nascondersi, perché a partire da Melbourne, ancor più che negli ultimi anni, sarà lo stesso Kimi ad essere una delle star di di quel paddock, tanto sognato dopo quella prima e indimenticabile volta. Per l’esordio nella massima serie ha scelto di mantenere il “suo” numero 12, rendendo omaggio al suo Idolo, Ayrton Senna, ma non solo. “Ho il numero 12 per via di Ayrton Senna” afferma Antonelli, che poi spiega come sin dai primi DVD guardati da bambino Ayrton lo abbia sempre colpito. “So di non aver avuto la fortuna di vederlo correre, ma quando ho guardato tutti quei video ho iniziato a rendermi conto di tutte le incredibili gare che ha fatto. Un pilota incredibile, ma anche una grande persona. Mi ha ispirato, e raggiungere anche solo una piccola parte di quello che ha fatto lui nella mia carriera sarebbe davvero fantastico”. Intorno a quel numero però ci sono anche altre due storie, ancor più personali. “Il 12 è anche il numero che ho usato negli anni in monoposto. Sin dalla F4 ho iniziato a usarlo e ha funzionato piuttosto bene come numero. Spero che possa andare altrettanto bene in F1”. E poi, ecco il riferimento a Mercedes, che ha puntato su di lui sin da quando era solo un bambino: “Avevo 12 anni quando sono entrato nel programma junior di Mercedes. Dunque c'è anche questo aspetto”.
La prossima stagione rappresenta la più grande delle sfide affrontate sinora. Un nuovo mondo da scoprire curva dopo curva. In calendario ci saranno tanti nuovi tracciati, oltre ad alcuni che hanno già conquistato il cuore dell’italiano. “Mi piacciono Imola e il Mugello. Entrambe sono piste grandiose. Imola è a mezz'ora da casa mia e il Mugello è circa a 50. Poi, mi sono innamorato di Silverstone sin dalla prima volta che ci ho guidato. Pilotare tra Maggotts, Becketts, Chapel e Stowe è stato incredibile, soprattutto farlo al volante di una Formula 1. Mi ha lasciato senza parole”. Infine, non si possono non menzionare le strade del principato, in attesa di sfidare i limiti anche con la sua Mercedes: “Monaco è un altro tracciato che mi è piaciuto tantissimo lo scorso anno, quando ho corso in F2. La concentrazione di cui hai bisogno per affrontarlo, soprattutto sul giro singolo, è incredibile”.