Per tutta la vita ha respirato odore di benzina, fino a diventare una sorta di mezzo santone nel paddock. Quello rispettato da tutti, quello che ha accompagnato così tanti campioni da meritare l’ammirazione di chiunque. Basterebbe chiedere a qualsiasi giovane capotecnico del motomondiale chi vorrebbe diventare e la risposta sarebbe sempre e solo la stessa: Ramon Forcada. Perché è lui il riferimento per tutti e perché carriere come la sua, nella MotoGP moderna che brucia tutti e tanto in fretta, non sarebbero ripetibili. Una carriera che, però, era arrivata alla fine appena pochi mesi fa.
“Dopo l’esperienza con Andrea Dovizioso – aveva detto Forcada in una chiacchierata con Manuel Pecino – ho avuto qualche offerta per restare nel mondiale, ma nulla che mi abbia accattivato particolarmente. Quindi, dopo tanti anni e tante gioie, è ora di mollare”. Parole che sembravano definitive, fino al colpo di scena di questi giorni. Perché è di ieri la notizia che rivedremo Ramon Forcada nel paddock, ma lo rivedremo esattamente dove mai avremmo pensato di vederlo: lontano dall’odore di benzina che brucia. Vestirà ancora i colori del Team RNF di Razlan Razali, ma il suo box sarà quello della MotoE, a fianco al giovane pilota Mika Perez. E’, fateci passare il paragone, come se Valentino Rossi, invece di trasformarsi in un pilota di macchine da corsa, avesse deciso di iscriversi a un qualche campionato per monopattini elettrici. Ma quella di Forcada è una scelta e, per carità, va rispettata, anche se suona di paradosso. "Sono molto entusiasta di questa sfida elettrica - ha detto il grande vecchio della MotoGP nel comunicato stampa in cui RNF ha annunciato il suo ingaggio - È super interessante. Mika Perez ha mostrato un talento incredibile nella Junior Cup e nel Mondiale Supersport, quindi sarebbe stato un vero peccato non dargli la possibilità di continuare ad affinare le sue capacità".