Se c’è qualcosa che quest’anno in Formula 1 non ha funzionato è proprio il rapporto tra i piloti e la Federazione, spesso criticata per i metodi d’approccio da gara a gara. Penalità pesanti, raramente uguali tra loro e nel mirino dei venti iscritti al mondiale, perché in un anno con una battaglia più aperta che mai era facile far ribaltare i risultati dalla direzione gara. Proprio ad Abu Dhabi Max Verstappen ha criticato la penalità di dieci secondi che gli è stata affidata dagli stewards, definendoli stupidi, riaprendo il dibattito che è arrivato fino alle orecchie del presidente della FIA, l’ex rallysta Mohammed Ben Sulayem. Infatti, quello che si chiede da tempo all’organizzazione, sono dei commissari permanenti che lavorino per tutta la stagione, visto che al momento si tratta di un sistema a rotazione, che vede più stewards impegnati nel campionato in occasioni diverse.
In tal modo potrebbe essere scelta una linea decisionale e non ci sarebbero differenze tra un round e l’altro e, di conseguenza, meno lamentele - anche perché ambire a delle decisioni mai contestate sarebbe troppo, visto che nella natura dei piloti c’è anche il non essere mai soddisfatti. George Russell ne ha parlato poco dopo la gara, dicendo che “la soluzione migliore sarebbe avere dei commissari permanenti e stipendiati, dei professionisti a tempo pieno”, scaturendo una reazione piuttosto fumina del presidente della FIA. L’ex pilota infatti ha risposto a tono al pilota della Mercedes: “Gli stewards non crescono sugli alberi, vanno formati e per questo abbiamo un programma dedicato. L’idea di avere una sorta di sistema come quello del calcio, dove gli arbitri sono retribuiti, non sarebbe male, ma a noi mancano i soldi per farlo”.
E poi ha suggerito “Se vogliono questo dovranno essere loro a pagare - riferendosi a team e piloti - ma noi non ci chiediamo dove spendono i soldi, a differenza loro”, facendo ricordo alla richiesta della GPDA, l’associazione dei piloti, di rendere noto dove la FIA spenda i soldi che vengono versati dopo penalità e multe. “Loro guadagnano più di 100mila dollari, ma noi non ci chiediamo dove vengano spesi. E anche noi quindi spendiamo i nostri dove e come vogliamo. Se la Formula 1 - intesa come organizzazione - vuole qualcosa di diverso dalla FIA è giusto che paghi per realizzarlo” ha concluso il presidente. Insomma, sembra proprio che le acque non si vogliano calmare tra la FIA e i suoi piloti, che si stanno già preparando a un 2025 di fuoco. Anche perché su questo argomento trovano l’appoggio di tutti, da ex piloti a opinionisti e personaggi importanti del mondo del motorsport, che nell’ultimo periodo hanno incoraggiato i venti sedili a farsi valere.