L’infortunio di Grigor Dimitrov ha interrotto bruscamente il match degli ottavi di finale, consentendo a Jannik Sinner di avanzare ai quarti di Wimbledon. Ma la vittoria del numero uno del mondo non cancella del tutto le ombre sul suo stato di forma. Fino al momento del ritiro del bulgaro, infatti, la prestazione dell’azzurro era stata decisamente sottotono, ben lontana dai suoi standard abituali. Merito di Dimitrov, autore di un avvio di grande qualità, ma anche sintomo di una serata complicata per Sinner, sotto diversi punti di vista. A rendere tutto più difficile, un episodio subito nel primo game: una caduta in campo che ha causato un fastidio persistente al gomito del braccio destro. Durante il medical time out richiesto nel corso del set, Sinner ha spiegato al fisioterapista di provare dolore soprattutto nell’estensione del braccio durante il servizio. Il problema ha condizionato il rendimento, soprattutto nella spinta e nel controllo del dritto.

Al termine della partita, Sinner ha confermato il quadro: “C’è un po’ di preoccupazione e dipenderà da come reagisco. Sarà fondamentale fare un check”. Le prossime ore saranno quindi decisive per valutare l’entità del problema fisico e preparare al meglio l’importante sfida dei quarti contro Ben Shelton. Noi abbiamo interpellato Alessandro Danieli, fisioterapista di Amici, uomo di fiducia del team di Maria de Filippi, responsabile del poliambulatorio “Fisiodanieli” di Roma e docente presso l’Università Campus Biomedico per il master di medicina sportiva, chiedendogli quali possano essere le problematiche al gomito non totalmente invalidanti ma comunque fastidiose, come nel caso del numero uno al mondo: “Le conseguenze post trauma, caduta o sollecitazione possono essere diverse. C’è l’epicondilite, ovvero un’infiammazione dei tendini del gomito, che può essere causata dal fatto che lui giocando tanto può aver avuto un sovraccarico funzionale, anche a causa di quei gesti ripetuti che possono portare questo tipo di infiammazione tendinea. Tra i sintomi ci sono, infatti, debolezza e difficoltà a compiere i movimenti che coinvolge l’articolazione a causa del dolore”.

E i tempi di recupero? “Solitamente vanno dalle 2 settimane fino ai 3 mesi a seconda dell’entità e quello che viene previsto sono ghiaccio, riposo e fisioterapia dopo attenta valutazione medica. Non avendo visitato il giocatore, ovviamente, non posso che fare ipotesi su un quadro generico e sulle informazioni sommarie che tutti noi abbiamo a disposizione”. Ma non c'è solo l'epicondilite: “Ci può essere una distorsione del gomito: si verifica quando i legamenti che stabilizzano l’articolazione sono sollecitati o possono addirittura lesionarsi. In questo caso si parla di riposo e immobilizzazione dell’arto. Poi ci sono le lussazioni e altre problematiche che però impediscono totalmente al tennista di continuare a giocare e quindi non rientrano certamente nel quadro di Sinner. Quindi, in definitiva, potrebbe trattarsi solo di un’infiammazione dell’epicondilo o di una piccola distorsione”. Ma cosa rischia Sinner se continua a giocarci sopra? “Che la performance non sia ad alto livello, perché il dolore c’è. Ma rischia anche la cronicizzazione o il peggioramento di un’eventuale lesione minima. In questi casi, come ho detto, viene consigliato il risposo e la riabilitazione sempre sotto attenta guida medica e dopo esami strumentali ovvero una semplice ecografia, che si può fare anche in campo con gli ecografi portatili, o esami più importanti come la risonanza magnetica”. Ecco, quindi, che sarà fondamentale capire l'entità del danno all'articolazione del tennista, soprattutto in vista della prossima partita e del suo eventuale percorso a Wimbledon. Anche se il tennista ha fissato per l’8 luglio alle ore 17 un campo per allenarsi proprio in vista del turno con Shelton e questo dovrebbe far ben sperare, proprio perché la risonanza potrebbe aver dato un esito positivo.