image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Cronaca Nera
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Sport

Derrick Rose, si ritira uno dei più grandi “what if” della storia Nba: il sogno di succedere a Michael Jordan infranto nella fragilità del corpo

  • di Matteo Cassol Matteo Cassol

26 settembre 2024

Derrick Rose, si ritira uno dei più grandi “what if” della storia Nba: il sogno di succedere a Michael Jordan infranto nella fragilità del corpo
Derrick Rose si ritira a 35 anni dopo una carriera segnata dal "what if". Giocatore di talento (anche e soprattutto fisico) eccezionale, miglior giocatore della Nba a soli 22 anni (di Chicago e nei Bulls orfani di Michael Jordan), la sua traiettoria fu bruscamente interrotta da un grave infortunio nel 2012. Da allora, ha vissuto un cammino travagliato tra diverse squadre, lottando contro la fragilità del suo corpo e non avvicinandosi mai più ai livelli di un tempo. Rose ha accettato il suo destino con dignità e senza rimpianti, ma...

di Matteo Cassol Matteo Cassol

“E se…”. Il “what if” avvolge e stravolge ogni discussione sulla carriera di Derrick Rose, un “se” sospeso tra le stelle e la polvere. Il ragazzo di Chicago diventato per un breve, troppo breve periodo il giovane uomo che dominava i campi da basket Nba come un ballerino su un palcoscenico in fiamme. Oggi quel “se” si staglia più luminoso della sua stessa lunga quanto travagliata carriera. Perché in quel “se” risiede la malinconia di ciò che poteva essere, di un giocatore che avrebbe potuto contribuire a riscrivere la storia della pallacanestro, ma che invece è stato ridimensionato da una fragilità corporea che lo ha reso umano.

Derrick Rose si ritira all'età di 35 anni, dopo 16 stagioni, con una dignità che solo chi ha vissuto il dolore conosce. Non c’è rancore nelle sue parole, solo un’accettazione che sembra provenire da qualcuno che ha visto tutto, che ha vissuto il paradiso e l'inferno (sempre relativo, condito da milioni e milioni di dollari, si intende), e che ora si siede placido, osservando il tramonto dei suoi giorni agonistici nel basket. “Anche se potessi, non cambierei nulla della mia vita”, ha dichiarato Rose. A volergli credere, quel “what if” per lui non è un rimpianto, ma una chiave per schiudere la porta della vera gioia.

Derrick Rose devastante ai tempi dei Chicago Bulls
Derrick Rose devastante ai tempi dei Chicago Bulls
https://mowmag-store.myspreadshop.it/

Per chi ha seguito il basket negli ultimi due decenni, Derrick Rose rappresenta molto più che le statistiche o i premi: è il simbolo di ciò che accade quando il destino si scontra con il talento in modo brutale, trasformando il prodigio in una battaglia continua tra il corpo e lo spirito. Preso come prima scelta assoluta dai Chicago Bulls nel draft del 2008, la sua storia sembrava già scritta: un ragazzo nato e cresciuto nelle strade di Chicago, pronto a diventare il volto della rinascita di una città che aveva perso il suo idolo, Michael Jordan, anni prima. E per un breve ma abbagliante momento, Rose è stato tutto ciò che Chicago sperava. Mvp (miglior giocatore del campionato) a soli 22 anni, il più giovane nella storia della Nba. Era inarrestabile, una forza della natura che sembrava destinata a dominare per anni.

Ma la tragedia sportiva e in buona parte anche umana si è presentata in una serata di playoff del 2012, quando un infortunio al legamento crociato anteriore ha spezzato non solo la sua carriera, ma il sogno collettivo di una città intera. È stato un momento che ha segnato una cesura nella narrazione del basket moderno. Dopo quel giorno, Derrick Rose non è stato più lo stesso. Non perché gli mancasse il cuore, ma perché il suo corpo non poteva più sostenere il peso delle sue potenzialità.

Da quel punto in poi, la sua carriera è stata un viaggio attraverso città e ruoli diversi, ma sempre secondari: New York, Cleveland, Minneapolis (con i Minnesota Timberwolves del suo allenatore ai tempi d’oro dei Bulls), Detroit e infine Memphis. Ogni squadra ha visto un frammento di ciò che era Derrick Rose, ma nessuna ha potuto ricostruire il mosaico originale. Il suo corpo aveva ceduto e ha continuato a cedere con altri problemi fisici, ma la sua determinazione no. Rose si è reinventato, ha lottato, ha accettato di essere un giocatore diverso, complementare anziché stellare. Ma quel “what if”, quel “se solo non si fosse infortunato”, è rimasto come un’ombra che lo ha seguito per tutto il suo cammino, e che aleggerà su ogni futura conversazione che lo riguarderà.

Derrick Rose nelle ultime tappe della sua carriera
Derrick Rose nelle ultime tappe della sua carriera
https://mowmag.com/?nl=1

More

Ferraro (La Giornata Tipo): “In Italia c’è una visione troppo drammatica della sconfitta”. E su Wembanyama: “Mi ricorda Usain Bolt…”

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Da costa a costa

Ferraro (La Giornata Tipo): “In Italia c’è una visione troppo drammatica della sconfitta”. E su Wembanyama: “Mi ricorda Usain Bolt…”

Mauro Bevacqua: “Vi spiego perché Wembanyama è inspiegabile”. E la nuova Nba che rimane l’Olimpo del basket …

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Un alieno e altre storie

Mauro Bevacqua: “Vi spiego perché Wembanyama è inspiegabile”. E la nuova Nba che rimane l’Olimpo del basket …

A ogni intervista Gianmarco Pozzecco insegna a Roberto Mancini cosa vuol dire allenare la Nazionale

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

L'amore prima di tutto

A ogni intervista Gianmarco Pozzecco insegna a Roberto Mancini cosa vuol dire allenare la Nazionale

Tag

  • Basket
  • Michael Jordan
  • NBA

Top Stories

  • SINNER È CAMBIATO: Come? Ce lo spiega Bertolucci: “Non gli si può chiedere di diventare Alcaraz, ma ora a Wimbledon Jannik segue canovacci tattici ben precisi perché…”

    di Giulia Sorrentino

    SINNER È CAMBIATO: Come? Ce lo spiega Bertolucci: “Non gli si può chiedere di diventare Alcaraz, ma ora a Wimbledon Jannik segue canovacci tattici ben precisi perché…”
  • LE BOMBE DI RODDICK SU WIMBLEDON: “Sinner? Non va oltre la semifinale. Alcaraz? Ecco chi deve temere, ma no, non è Jannik”. Poi su Zverev, Djokovic, Medvedev e Rune…

    di Giulia Sorrentino

    LE BOMBE DI RODDICK SU WIMBLEDON: “Sinner? Non va oltre la semifinale. Alcaraz? Ecco chi deve temere, ma no, non è Jannik”. Poi su Zverev, Djokovic, Medvedev e Rune…
  • Signori, ancora non avete capito perché questa McLaren domina? Sentite Andrea Stella: “Lavorato tanto per migliorare una vettura già competitiva”. E su Norris che non esulta…

    di Luca Vaccaro

    Signori, ancora non avete capito perché questa McLaren domina? Sentite Andrea Stella: “Lavorato tanto per migliorare una vettura già competitiva”. E su Norris che non esulta…
  • “Cambierò”: Pecco Bagnaia come quelli troppo innamorati. E su Marquez: “Ha un vantaggio…” Poi picchia duro sulla Moto3 dopo l’incidente di Luca Lunetta

    di Emanuele Pieroni

    “Cambierò”: Pecco Bagnaia come quelli troppo innamorati. E su Marquez: “Ha un vantaggio…” Poi picchia duro sulla Moto3 dopo l’incidente di Luca Lunetta
  • DJOKOVIC A SORPRESA SU SINNER: Dietro l’addio tra Jannik e i preparatori Panichi e Badio c’è dell’altro? Quali sono i motivi “personali” di cui parla Nole a Wimbledon?

    di Giulia Sorrentino

    DJOKOVIC A SORPRESA SU SINNER: Dietro l’addio tra Jannik e i preparatori Panichi e Badio c’è dell’altro? Quali sono i motivi “personali” di cui parla Nole a Wimbledon?
  • CHE SCENA. Ma avete sentito cosa ha detto Djoković a Sabalenka? “Sei una tennista di grande talento, ma manca un po’ di intensità”. E la risposta di Aryna… Ecco cosa è successo

    di Ilaria Ferretti

    CHE SCENA. Ma avete sentito cosa ha detto Djoković a Sabalenka? “Sei una tennista di grande talento, ma manca un po’ di intensità”. E la risposta di Aryna… Ecco cosa è successo

di Matteo Cassol Matteo Cassol

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Marc Marquez rockstar con un dubbio in Indonesia. Mentre Pecco e Martin hanno già cominciato a sportellarsi (con le intenzioni)

di Emanuele Pieroni

Marc Marquez rockstar con un dubbio in Indonesia. Mentre Pecco e Martin hanno già cominciato a sportellarsi (con le intenzioni)
Next Next

Marc Marquez rockstar con un dubbio in Indonesia. Mentre Pecco...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy