Djokovic ha raggiunto un altro record: il maggior numero di vittorie nei tornei del Grande Slam, ben 430, superando Roger Federer: “Che dire? Amo questo sport, amo la competizione. Cerco sempre di dare il massimo, ogni volta. Sono più di 20 anni che gareggio nei tornei del Grande Slam al più alto livello. Che vinca o perda, una cosa è certa: lascio sempre il cuore in campo. I tornei del Grande Slam sono i pilastri del nostro sport, rappresentano tutto per la storia di questa disciplina. Sono quelli che ispirano i più giovani. Quando ero bambino, la mia prima immagine legata al tennis è stata guardare una finale di Wimbledon; avevo quattro o cinque anni. Quindi sì, i tornei del Grande Slam sono senza dubbio i più importanti nel nostro sport. Esistono da oltre 130 anni, un evento straordinario. Oggi mi sento davvero fortunato di aver stabilito un altro record. Penso di aver risposto molto bene. Soprattutto nel terzo e quarto set, ho chiuso la partita con solidità. Medvedev ha giocato cinque set, era sotto due set a uno, e, citando le sue sagge parole: ‘Se la nuova generazione gioca così, avranno tutto: soldi, ragazze, casinò’. Adoro questa frase. Il mio avversario ha giocato un tennis straordinario, ho dovuto resistere alla sua "tempesta". Ha praticamente servito due prime di servizio per tutta la partita. Non è facile giocare contro qualcuno così, che non ha nulla da perdere. È un ragazzo grande, molto giovane, credo abbia 20 o 21 anni. Gli ho detto a rete che il suo futuro è luminoso e che deve continuare così”.
Le parole di Djokovic esprimono sia la serietà che la concentrazione che contraddistinguono il campione. La sua carriera, tra le più straordinarie nella storia del tennis, è il risultato di un impegno senza compromessi e di una disciplina rigorosa. È noto per la sua resilienza mentale, che gli permette di affrontare ogni sfida con una calma e lucidità fuori dal comune, anche nei momenti più critici. Non si accontenta di fare il suo lavoro, ma si dedica continuamente a superare sé stesso, perfezionando ogni aspetto del suo gioco, sia tecnico che psicologico. Quando gli viene chiesto come se la cavi con il surf, dopo che alcune foto lo hanno mostrato in compagnia della sua famiglia mentre sembrava praticarlo, Djokovic risponde: “No, io ero più un supporto morale e fisico per i miei figli e mia moglie. Sono stati loro a fare surf, io non volevo rischiare, per essere sincero. È uno sport pericoloso. Sembra un ambiente controllato, ma in realtà non lo è. Qui c’è una struttura fantastica e, se tutto andrà bene durante il torneo, magari ci proverò alla fine. Mio figlio e mia moglie sono stati bravissimi. Mia figlia, invece, era un po’ intimorita dalle dimensioni delle onde, almeno secondo il suo punto di vista, quindi le ho dato supporto emotivo. Ero lì per questo. È stato fantastico passare del tempo di qualità con la mia famiglia”. È anche questo aspetto che distingue Djokovic dai suoi colleghi: la sua vita privata, che non è mai stata invasa da gossip o scandali. A differenza di altri tennisti, la sua attenzione si è sempre concentrata sul campo, mantenendo un profilo basso al di fuori delle competizioni. Sebbene la sua carriera sia stata segnata da successi monumentali, il serbo ha saputo mantenere una certa riservatezza, evitando le luci della ribalta extra-sportive.