“Abbiamo il re e il principe”. Lo ha detto Davide Tardozzi a As.com, nel bel mezzo del fine settimana del Qatar che ha consegnato la settima vittoria (terza nelle gare lunghe) a Marc Marquez. E il re, chiaramente, è lo spagnolo, mentre a Pecco Bagnaia, almeno in questo momento, tocca il ruolo di principe. Solo che la storia insegna che in nessun regno c’è spazio per due governanti e che quasi mai successioni o ribaltamenti di potere sono stati senza dolori o conseguenze. In Ducati c’è una nuova gerarchia interna? E’ la domanda che inevitabilmente tutti oggi si fanno, ma a Borgo Panigale quella parola, gerarchia, non vogliono neanche sentirla dire.

C’è, semmai, la necessità di portare avanti due modi di lavorare che possano colmare la differenza che c’è tra Marc Marquez e Pecco Bagnaia. Non nei risultati, ma nel modo di essere. Una differenza resa ancora più evidente dopo la pubblicazione del nuovo episodio di Inside, in cui si vede un Marc Marquez che vuole toccare il meno possibile la sua moto: “Devo essere io a adattarmi”. O, ancora, quando, rivolgendosi a Manuel Poggiali, gli chiede di posizionarsi in una curva per aiutarlo a capire se fa la cosa giusta. Non la moto: lui.

D'altra parte del box, Pecco Bagnaia, il "principe" secondo Tardozzi, ha un approccio diametralmente opposto. "Pecco è molto esigente con l’assetto. Non è uno che vuole mettersi al manubrio di una moto che non si adatta al suo stile di guida - ha dichiarato ancora Tardozzi, ma a TNT Sports - Abbiamo ancora un problema con lui, con il bilanciamento della moto, con il serbatoio piccolo. Crea qualche problema”. La ricerca della perfezione tecnica, quindi, come qualcosa che prima in Ducati era l’unica strada e adesso, invece, è “solo” un’altra strada. Anche pericolosa in un campionato che richiede rapidità di adattamento. Con Bagnaia che, nonostante il talento indiscusso, si trova in una posizione complessa con tanto lavoro da fare sia dal punto di vista tecnico che psicologico.
E’, di fatto, un confronto tra modi diversi e personalità diametralmente opposte e - al di là di chi è re o di chi è principe, visto che un re o un principe non ci sono, ma ci sono solo due piloti che vestono gli stessi colori - a contare saranno probabilmente più gli errori oltre che la capacità della Ducati di aiutarli entrambi per come vorranno essere aiutati. "Il Marc di oggi è molto meglio di prima – ha proseguito Tardozzi - Sta migliorando anno dopo anno e farà paura per i prossimi quattro o cinque anni. Ma penso che Pecco vincerà delle gare quest'anno battendo Marc, anche perché Marc è maturato fino a capire che quando si rischia troppo si può arrivare anche secondo”.