L’estate italiana del 2025 rischia di essere ricordata non solo per le ondate di caldo estremo, ma anche per una sequenza di eventi che hanno riportato i virus e la salute pubblica al centro del dibattito. Dallo sport di élite alle campagne di allevamento, fino ai tavoli istituzionali, la sensazione diffusa è quella di una stagione fragile, segnata da emergenze e polemiche. Durante la finale del Masters 1000 di Cincinnati, il numero uno del tennis italiano, Jannik Sinner, è stato costretto al ritiro per un improvviso malessere. Non un infortunio muscolare, ma, secondo le ricostruzioni, un probabile virus intestinale, acuito dal caldo torrido e dai ritmi serrati del circuito. Nulla di grave, per fortuna: pochi giorni dopo Sinner è riapparso in forma a New York, dove ha scherzato giocando a ping pong con Naomi Osaka. Ma il caso ha riacceso i riflettori sul peso crescente che virus gastrointestinali e infezioni stagionali hanno sugli atleti professionisti, sottoposti a viaggi e stress continui.

Ben più seria la situazione in Sardegna, dove la dermatite nodulare contagiosa (Lumpy Skin Disease) ha colpito decine di allevamenti bovini. Alla fine di luglio erano già 29 i focolai confermati, con 184 capi infetti, 31 morti e oltre 400 abbattuti. Una crisi che ha spinto il Ministero e la Regione a lanciare una campagna vaccinale straordinaria: 300 mila dosi di vaccino vivo attenuato distribuite per immunizzare l’intero patrimonio bovino isolano. La malattia, trasmessa da insetti vettori, non è pericolosa per l’uomo ma ha gravi conseguenze economiche e sanitarie: riduzione della produzione di latte, calo della fertilità e restrizioni commerciali. Per la Sardegna, che già aveva sofferto negli anni scorsi per la peste suina africana, si tratta di una nuova prova di resistenza. Sul fronte umano, il botulismo, seppure raro, ha fatto registrare casi drammatici. Due persone sono morte, una in Sardegna e una in Calabria, dopo aver consumato alimenti contaminati. L’infettivologo Matteo Bassetti ha lanciato un appello durissimo: «Non si può morire di botulino nel 2025. È il veleno più letale conosciuto, eppure in Italia c’è ancora troppa ignoranza nella preparazione e conservazione degli alimenti». Il botulismo è causato da una tossina prodotta dal Clostridium botulinum, che può svilupparsi in conserve fatte in casa o in alimenti mal conservati. Se diagnosticata in ritardo, l’intossicazione porta a paralisi respiratoria e morte. Un monito che richiama alla necessità di educazione alimentare e controlli più stringenti.

In questo clima già teso, è scoppiata la polemica politica sulle vaccinazioni. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha revocato la nuova Commissione nazionale vaccini (NITAG) a pochi giorni dalla sua istituzione. Il motivo? Le polemiche per la presenza tra i membri di figure vicine alle posizioni no-vax. La decisione ha spaccato il fronte politico e sollevato preoccupazioni nella comunità scientifica. Il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha parlato di «una farsa» e ha definito Schillaci «il peggior ministro della Salute di sempre». Ora la ricostituzione della commissione è rinviata a settembre, in un momento in cui la fiducia pubblica nei vaccini resta una questione cruciale, specie alla luce delle campagne veterinarie e del rischio di ritorno di malattie infettive. Dal tennis internazionale agli allevamenti sardi, dai decessi per botulismo alle tensioni istituzionali, il filo rosso è chiaro: l’Italia sta facendo i conti con la sua vulnerabilità ai virus e alle infezioni. Non si tratta di un’unica “estate dei virus” in senso stretto, ma di una serie di episodi che rivelano quanto sia necessario investire in prevenzione, educazione sanitaria e gestione rapida delle crisi. Le infezioni non conoscono stagioni né confini, ma la capacità di un Paese di affrontarle sì.