Il prestigio di una piazza si misura anche nella sua capacità di difendere il territorio. Un tempo gli scontri tra ultras erano più frequenti. Dentro lo stadio, però, lo strumento di battaglia restano i cori. Pisa-Inter è uno di quei casi in cui la goliardia è andata oltre, almeno secondo quanto stabilito dal regolamento: i tifosi nerazzurri, infatti, intorno al quarantesimo del secondo tempo hanno intonato dei cori “denigratori” nei confronti dei pisani, guadagnandosi 5mila euro di ammenda, stabiliti dal Giudice sportivo, che come ogni settimana, a fine giornata, ha stabilito l’ammontare delle sanzioni alle varie squadre. Sempre nella tredicesima giornata di Serie A gli ultras della Roma hanno accesso due fumogeni e lanciato in campo tre petardi, a cui si aggiunge un coro denigratorio nei confronti dei supporter del Napoli, uscito vincitore dalla sfida dell’Olimpico. Gesti che sono costati alla società giallorossa 10mila euro di ammenda.
Altre multe sono state emesse ai danni di Lecce, sempre per lancio di fumogeni in campo (5mila euro); Milan, poiché dalla Sud sono volati un accendino, due bicchieri e tre bottiglie di plastica (5mila euro); Genoa per il lancio di un petardo (3mila euro); e Bologna a causa di alcuni bicchieri caduti in campo (3mila euro). Lecce e Torino poi hanno ricevuto 2mila euro di ammenda a testa in seguito al ritardo causato dai tifosi all’inizio della gara: il fischio di inizio è arrivato con un minuto di ritardo. Lo sappiamo: sono mesi che le curve contestano le restrizioni su coreografie, fumogeni e vessilli del proprio club di appartenenza. Nelle scorse settimane avevamo assistito a delle proteste da parte della curva Andrea Costa del Bologna, colpevole di aver portato al Dall’Ara una coreografia troppo pirotecnica in occasione della partita di Europa League contro il Brann. In quel caso la sanzione fu di 50mila euro. Delle rivendicazioni sullo striscione principale della curva Sud avevamo già scritto, gli ultras rossoneri aspettano ancora risposte. Un clima generale, ci hanno detto persone che frequentano gli stadi di tutta Italia, in cui il tifo organizzato continua a essere mal visto.