Uno sta provando, ancora una volta, a rialzarsi. L’altro, passo dopo passo, sta trovando finalmente una strada tutta sua. I fratelli Berrettini vivono due momenti diversi, ma la sensazione è che il filo che li lega sia più solido che mai. Matteo, dopo l’ennesimo stop, guarda a Wimbledon con la determinazione di chi non si arrende mai. Jacopo, invece, attraversa il miglior periodo della sua carriera, con due titoli consecutivi e un ranking in crescita. Matteo non gioca un match completo da tanto: l’ultima apparizione ufficiale è quella sfortunata agli Internazionali d’Italia, dove fu costretto al ritiro contro Casper Ruud per un nuovo problema agli addominali. Una zona che continua a tormentarlo, ma che non ha mai scalfito la sua voglia di lottare. Un fastidio che non lo ha fermato nel giocare il doppio agli Internazionali di Roma: Matteo aveva accettato di giocare il doppio con Jacopo nonostante fosse tutt’altro che in forma. L’aveva detto chiaramente: “Non sto bene, ma ci tengo troppo a condividere il campo con mio fratello”. In quel caso è stato il cuore a dire a Matteo di scendere in campo. Perché Roma è Roma e Jacopo un ottimo motivo per rischiare.

Anche perché è stato Jacopo a portare Matteo al tennis: “Avevo giocato, poi l’avevo lasciato per il judo, poi un giorno mio fratello mi ha detto ‘dai, vieni anche tu al campo Mattè, che ci divertiamo’”. E quindi, nonostante tutto, nonostante un altro Slam da affrontare quasi al buio, Berrettini ci sarà a Wimbledon. Jacopo, nel frattempo, sta costruendo. Ha vinto due tornei di fila, a Cervia e Cordoba, infilando sedici vittorie in diciotto partite. Un rendimento mai avuto prima. E da lunedì migliorerà il suo best ranking. “Ma devo ancora macinare”, ha detto, consapevole che la strada è lunga ma il momento è quello giusto. Ma al di là dei risultati, resta il cuore della storia: il rapporto tra i due fratelli. Fortissimo, dichiarato, costante. Per quanto diversi, per quanto lontani nei ranking, i Berrettini restano uniti da qualcosa che va oltre il tennis: la voglia di esserci, insieme, sempre. E va dato grande merito a Jacopo per non aver subito il successo del fratello, Per non essersi sentito adombrato quando Matteo era ai vertici del tennis mondiale. Le loro dichiarazioni, i loro post e le foto trasudano un grande senso di appartenenza ai valori della famiglia, che sicuramente ha inciso in senso positivo nella costruzione di questo legame privo di invidia. Ed è per questo che loro nel dna hanno scritto “non si molla un caz*o”.