Marc Marquez ha archiviato la Thailandia con 37 punti in classifica e, per la prima volta dopo 93 GP, in testa al mondiale. Da quando ha lasciato Honda per salire su di una Ducati, nello specifico la GP23 della Gresini Racing, lo abbiamo visto rinascere su più livelli: il primo podio, la prima vittoria, la prima pole. Ora l'obiettivo è il titolo che, da un certo punto di vista, quest'anno può soltanto vincere. Se Marc Marquez dovesse farsi sfuggire questo mondiale, in Spagna la bilancia comincerebbe a pendere pericolosamente verso Acosta, mentre in Ducati la consacrazione di Francesco Bagnaia si farebbe definitiva. Per Pecco dunque, questo titolo è l’occasione della vita. Per Marc invece, un punto di non ritorno.

Per arrivare a tutto questo, ad essere il perno su cui la MotoGP ruota famelica, Marc Marquez ha rinunciato a una montagna di soldi. E fa sorridere a pensarci, ma a dirlo chiaramente, prima di ogni altro, è stato Jorge Lorenzo in un’intervista leggera, fuori dall’hospitality Gresini, che gli abbiamo fatto a Jerez nel 2023.
Marquez non ha rinunciato solo ai milioni di stipendio della Honda e nemmeno a quelli di Red Bull, ma pure ad altri 100 milioni che HRC ha messo sul tavolo delle trattative quando Marquez ha dichiarato che sarebbe passato a Ducati. A raccontarlo è Mela Chercoles di Diario As, giornalista spagnolo molto vicino a Marc Marquez: "Quando ha comunicato che avrebbe lasciato la Honda, HRC si è detta pronta a pagargli altri 100 milioni in quattro anni”, si legge.
Ma perché i giapponesi sono arrivati a tanto, ostaggi di un pilota di trent’anni di rientro da un infortunio che per altro sta comunicando loro un addio? Le ragioni sono meno sentimentali di quanto si potrebbe credere. Basti pensare che la Honda di oggi, quella guidata da Luca Marini e Joan Mir, ha perso lo storico sponsor Repsol, spagnolo, che per altro ha accompagnato Marc Marquez per tutta la sua carriera, ben prima dell’arrivo in MotoGP. Evidentemente Honda sapeva che perdere Marc Marquez avrebbe significato perdere anche il title sponsor.

Non solo però. Basta avere due occhi piantati appena sotto la fronte per rendersi conto di come Marc Marquez sappia gestire media e tifosi. Se lo intervisti, lui ti dirà esattamente quello che vuole che tu scriva, nel modo in cui lo scriverai e facendoti sentire bravo, figo, a posto. È un dono che hanno in pochi e le squadre, che spendono grandi risorse economiche e di tempo per gestire dei fenomeni milionari con una concezione del rischio che rasenta lo zero, una capacità simile la apprezzano moltissimo. A Marc Marquez non serve un addetto stampa che gli suggerisca quando parlare e quando stare zitto, gli serve più che altro un segretario che lo porti in giro tra gli eventi e gli appuntamenti di ogni giornata. La gestione di questi impegni, invece, è quasi un automatismo.
Un altro esempio: dal 2018 Lenovo è partner di Ducati Corse, dal 2021 la collaborazione è diventata una vera e propria partnership al punto che il team ufficiale si chiama Ducati Lenovo Team. L’unico pilota che abbia mai rispettato questa dicitura per intero è lui, Marc Marquez. Lo ascolti nelle interviste e la sua squadra la chiama così. Vince la prima gara dell’anno, a Buriram, e indica la scritta Lenovo che ha stampata sul petto, lo fa in mondovisione. A Mauro Grassilli, Direttore Sportivo, suona il telefono più spesso, mentre fare un giro sul sito MotoGP.com oggi significa fare i conti con un monografico su Marc Marquez: c’è un video di 10 minuti solo dedicato a lui “From the Inside: Marc Marquez dominate debut in red!”, oppure un altro “UNHEARD: Mum is crying on the sofa!” E ancora: “UNSEEN: He’s back”, tutto su di lui.
Gli articoli: “Marc Marquez emula Stoner sulla Ducati factory rossa”, “Masterclass strategica vede Marc Marquez raddoppiare a Buriram”, “Perfezione di sabato per Marc Marquez”, “La tempesta di Marc Marquez sulla prima pole con la Ducati ufficiale a Buriram”. Ce ne sono altri, ma tant’è. Gli altri piloti sembra che non esistano. Ecco perché Honda era pronta a pagare 100 milioni. Per il peso sportivo, sì, ma soprattutto per quello mediatico. Che poi è anche il motivo per cui lo spagnolo ha rinunciato a quei soldi e per cui, finché andrà forte in moto, Pecco Bagnaia potrà tenersi stretto il suo posto in Ducati e la grande considerazione che i suoi uomini hanno per lui: un pilota vincente vale più di ogni alta cosa.
