“I miei sono degli all rounder”, dice Enea Bastianini in una risalita con la cabinovia. Sta osservando gli sci del ragazzo che gli fa da maestro, è curioso. Probabilmente nella sua testa è in atto una sorta di traduzione motociclismo-sci, perché il compromesso è sempre uguale: velocità o maneggevolezza, precisione o comfort. Siamo a Madonna di Campiglio, Enea ha fatto segnare il miglior tempo nella gara del martedì. “Eppure a vederti sembravi più lento”, prova a dire qualcuno. Lui ride, racconta una storia: “È vero, anche in moto è così. Qualunque cosa provi a fare, da fuori sono lento”.
Per riassumere la particolarità di Campioni in Pista, questo evento organizzato da Ducati a inizio stagione da quando ha ricominciato a vincere i mondiali, un quarto d’ora in cabinovia con Bastianini è un esempio d’oro. Enea ti racconta di quando ha cominciato a correre così, senza il bisogno di chiederlo: “Te fai conto che il mio babbo non prendeva manco i tempi”, racconta. “Se ne stava lì a bordo pista e mi diceva ‘Ma che li prendo a fare che tanto sei fermo’, roba così. E quando gli dicevano di mettermi a fare qualche garetta - Enea dice garètta, alla romagnola - mio babbo rispondeva che ero troppo scarso”. Qui si mette a ridere, ridiamo un po’ tutti. Poi continua: “Invece alla prima gara che mi ha fatto fare sono arrivato davanti a tutti… pensa te. Ma anche in MotoGP è la stessa cosa, se vedi Pol Espargarò sembra che debba buttarci tutti per aria, poi invece guardi il tempo ed è un’altra cosa”.
In cabinovia c’è anche Michele Pirro, che chiede a uno degli istruttori di sci quanto vanno più forte i professionisti in uno slalom come quello che abbiamo affrontato in mattinata. Quello gli dice che uno bravo abbassa anche di dieci, dodici secondi rispetto ai migliori di noi. Bastianini scoppia di nuovo a ridere: “Meeerd! C’è… ma diobò”. È un momento eccezionale perché, finalmente, questi bastardi stanno provando la stessa sensazione che prova chiunque sia mai andato in pista con la moto: ti impegni, cerchi il ritmo e magari migliori pure, poi però guardi i tempi, li confronti a loro e capisci che il pilota professionista non potrai mai farlo. A differenza nostra però, Enea Bastianini quei dieci secondi di distacco da uno sciatore professionista ha idea di come limarli. Pensa a come lavorarci, vedi che la cosa comincia a diventare interessante. Così, per la discesa, prova gli sci del suo maestro, più adatti alla velocità, mentre la dolcissima Alice, la fidanzata, lo prega di andare piano: “Già hai due viti nel piede, vedi un po’ di non fare cagate”. A vederli assieme capisci perché i piloti di oggi sono quasi tutti fidanzati. O, almeno, capisci perché questa coppia qui funziona bene. Enea comunque va fortissimo, piega come un disgraziato e di certo ben oltre quello che servirebbe per fare belle curve e belle linee. Ad un certo punto siamo con lui da soli, quando passa il maestro di sci a velocità siderale: salta nel vuoto, fa un volo di sei o sette metri. Imprechiamo, Enea ride di nuovo: “Lui è un gran matto, anche l’anno scorso faceva di ste cose”. Facciamo un paio di discese assieme con Enea, Alice e il maestro, prima di dividerci gli chiediamo della cartomante con cui aveva parlato in Thailandia, assieme a Carlo Pernat, a fine 2022, che gli aveva promesso un 2023 terribile e un 2024 spaventosamente bello: “L’anno scorso ci ha preso, non c’è un ca**o da dire. A me non è che interessino più di tanto ‘ste cose, però visto che dice anche del 2024 che sarà il mio anno… beh allora mi interessa”.
Gli chiediamo di Sepang, spiega che andrà per ritrovare il feeling con la moto: “L’anno scorso a fine anno avevo fatto dei bei passi in avanti, anche se mi manca ancora qualcosa. La moto nuova sarà ancora diversa e bisognerà riadattare un po’ tutto e i test sono sempre importanti, specialmente quelli di inizio campionato”. È giusto, lavorare sullo sviluppo avrebbe poco senso. Enea deve lavorare su sé stesso e farlo sul serio, tutti i giorni e il più possibile, perché perché passate le prime tre gare avrà già la fila fuori dal box: Jorge Martín e Marc Marquez per dirne un paio, ma se ne potrebbero aggiungere altri. L’obiettivo, ci ha detto il suo manager, è quello di restare dov’è, anche se la prima alternativa sarebbe l’Aprilia ufficiale, magari al posto di un Aleix Espargarò ormai trentacinquenne.
Enea sembra sereno. Va fortissimo con gli sci e prende le cose con calma. Il suo maestro ci confida che vedere gente col suo talento per la velocità è roba rara: questo impara cinque volte più in fretta di una persona normale. Seguirlo, dice, è qualcosa che ti arricchisce umanamente. Enea Bastianini è così: tranquillo, riflessivo, leggero. Eppure è da quando corre con le minimoto in riviera che ha molto più di quello che si vede con gli occhi.