Ducati continua la sua cavalcata trionfale portando 5 moto nelle prime 5 posizioni del GP di Assen (7 tra i primi dieci) e consolidando le prime quattro nella classifica mondiale. Gli stravolgimenti del mercato non sembrano avere avuto grandi conseguenze in pista, anche se per fare chiarezza è intervenuto direttamente Gigi Dall’Igna ai microfoni di Sky spiegando le scelte fatte sottolineando quanto fosse complessa la situazione e che erano ben consapevoli che qualunque decisione avrebbe portato delle conseguenze, non sempre piacevoli.
Prima di ogni cosa, in un lungo intervento, il Direttore Generale di Ducati Corse ha voluto sottolineare l’incredibile gara di Pecco: “Un fine settimana incredibile. Un altro fine settimana altrettanto incredibile dopo quello del Mugello. Ha fatto veramente un weekend senza sbavature, l’ha impostato benissimo fin dal venerdì, pronti via, e ha continuato così fino alla fine della gara. Devo fargli i miei complimenti perché ancora una volta si è dimostrato il campione che è”.
Visti gli sviluppi del mercato, le voci (anche insensate) e i commenti che hanno accompagnato le decisioni di Ducati e le sue conseguenze la conversazione vira subito sul futuro del team, dei piloti e delle squadre satellite. In particolare, a tenere banco, è la decisione di Paolo Campinoti di portare la sua Pramac in Yamaha, scelta che il patron del team ha motivato parlando di ragioni economiche, di sviluppo e di cambio di strategia da parte di Ducati, che avrebbe “abbandonato” la crescita di nuovi talenti per legarsi al “Ronaldo del motomondiale”.
“Prima di tutto – ha sottolineato Dall’Igna – voglio ringraziare Pramac e Paolo per tutti questi anni insieme, per le cose belle che abbiamo fatto, perché Ducati è cresciuta grazie anche al contributo di Pramac. Abbiamo sviluppato assieme a loro la nostra moto, abbiamo fatto crescere assieme a loro i talenti che le guidano, quindi ha fatto sicuramente un lavoro importante e ci dispiace sia da un punto di vista professionale che dal punto di vista umano di perdere una realtà così bella e importante. Detto questo, è chiaro che tutto il mondo voleva che noi perdessimo un team l'anno prossimo e questo, alla fine, è successo. Noi non abbiamo cambiato filosofia, continuiamo a puntare comunque anche sui giovani, visto che abbiamo fatto un contratto con Fermin Aldeguer su cui crediamo molto. Vorremmo fare con lui esattamente quello che abbiamo fatto con Enea e anche con Martin, è chiaro che non lo faremo più con Pramac: avremo tre team e non più quattro. La vita continua”.
Perdere un team porterà, necessariamente, alla ridefinizione dei rapporti con i due restanti, anche se sappiamo già che sarà VR46 ad assumere il ruolo di team di sviluppo ufficiale restano da definire ancora molti dettagli. “L'obiettivo è quello di avere tre moto ufficiali e tre moto dell'anno precedente, perché questo ci sembra il giusto mix sia da punto di vista della crescita dei piloti sia dal punto di vista economico, sia nostro che dei team. Stiamo lavorando su questo ma ancora non siamo pronti ad annunciare nulla”.
La vera decisione che è stata criticata a Ducati da più parti è stata quella di aver scelto Marc Marquez come compagno di squadra di Bagnaia, ma anche su questo Dall’Igna è sereno e ha le idee molto chiare: “Dovevamo scegliere un pilota e ne avevamo tre, per cui è chiaro che scelto uno gli altri due erano sul mercato e non sarebbero stati sicuramente su una Ducati. Questo era un dato scontato, già dall'inizio dell'anno sapevamo che potevamo tenerne uno. Se invece potessi cambiare qualcosa vorrei poter continuare con Pramac per i motivi che ho detto prima”. Sul fatto che Martin e Bastianini siano andati “altrove” Dall’Igna difende Marc e si prende, giustamente, tutte le responsabilità: “Non darei la colpa a Marquez – ribadisce – noi dovevamo scegliere un pilota e abbiamo scelto Marc, gli altri sono poi andati alla concorrenza; era inevitabile. Il nostro obiettivo, come abbiamo sempre detto, era quello di poter provare a continuare con due piloti: era una cosa molto complessa, molto difficile da realizzare, e difatti non ci siamo riusciti”.
Infine, nel 2025 Ducati si troverà ad avere sei moto in griglia invece di otto, ma anche questo era un “rischio calcolato”: “Sei moto sono sicuramente sufficienti per poter continuare a fare il nostro lavoro ad altissimi livelli, io avrei preferito proseguire con otto, ma con sei si può fare. Eravamo riusciti ad arrivare a una soluzione con otto moto senza fare un torto a nessuno, nel senso che noi avevamo lavorato probabilmente meglio degli altri anche dal punto di vista organizzativo per riuscire a gestire queste otto moto e lo avevamo fatto direi molto bene. Credo che lo faremo bene che con sei”.
Un ultimo pensiero è ancora per la gara appena conclusa e per uno dei giovani fenomeni di Ducati, Fabio Di Giannantonio. Anche per lui Dall’Igna ha parole di elogio: “È un ottimo pilota, ha vinto una gara l'anno scorso e poteva probabilmente vincerne due, sta facendo sicuramente un'ottima stagione anche quest'anno e probabilmente è, insieme a Marc, quello che interpreta meglio la moto dell'anno precedente, per cui noi puntiamo a tenerlo nelle nostre squadre. Sarà complicato perché non ci siamo solo noi, però la relazione con lui è ottima e sono confidente di riuscire a tenerlo insieme ad Aldeguer, anche se non siamo ancora nelle condizioni di annunciare nulla”.
Infine, uno sguardo all’immediato futuro e al GP di Germania, una pista che in passato ha visto trionfare più volte Marc Marquez, ma niente pronostico: “Saremo su una pista completamente diversa tra una settimana, è difficile una previsione. Sicuramente è un tracciato dove Marc quando era in forma e aveva la moto per poterlo fare ha sempre vinto; quindi, mi aspetto che possa essere della partita. Pecco ha sicuramente reagito bene all’arrivo di Marc ma, onestamente, lo sapevamo. Non è che abbiamo messo Marc di fianco a Pecco perché dovevamo valutare Pecco, come ho letto in tanti commenti, noi sappiamo chi è Pecco. È la nostra bandiera è il pilota che con noi ha vinto due campionati del mondo, è con noi che fa e che sta facendo delle cose meravigliose, semplicemente riteniamo giusto, anche dopo l'esperienza dell'anno scorso con Bastianini, avere i due migliori piloti possibili nel nostro team. Questo era il nostro obiettivo e questo è quello che abbiamo semplicemente fatto”.