Guido Meda, nel sabato del GP d’Austria, ha parlato così in un momento di leggerezza: “Spero di fare questo mestiere per sempre, anche se sarà molto difficile”. Parlava con Cesare Cremonini che, invece, il mestiere del cantante sa di poterlo scegliere ogni giorno. La MotoGP è diversa, specialmente ora che è nel pieno di una grossa trasformazione.
Lo scorso anno, proprio a Spielberg, Valentino Rossi aveva annunciato il suo ritiro dalle corse e nella stessa stanza, un paio di giorni fa, Carmelo Ezpeleta ha comunicato che dal 2023 si correranno due gare a weekend al posto di una. Ecco, i piloti cambiano. Le corse cambiano. Cambia anche la televisione, costretta a stare al passo dei social che ci hanno resi esperti di tutto, a cominciare dalla vita degli altri, lasciandoci con la soglia d’attenzione del pesce rosso: 15 secondi circa. Chi lavora con la MotoGP quest’anno si è trovato a fare i conti con tutto questo, finendo per chiedersi come trovare nuovo pubblico senza perdere il vecchio. Un documentario su Amazon, MotoGP Unlimited, pensato proprio per portare nuove reclute nel Fight Club della MotoGP, non è certo bastato. La gente in circuito è decisamente meno. Ma chi lavora in MotoGP sulla qualità delle corse non ha dubbi.
Le gare sono bellissime, forse più di qualche anno fa quando ad ammazzare lo spettacolo c’era uno straordinario Marc Marquez: acrobatico, inarrivabile e imbattibile, così la domanda non era se avrebbe vinto lui ma come ci sarebbe riuscito.Oggi tre costruttori - Aprilia, Ducati e Yamaha - si stanno giocando un mondiale, non è poco. Anche perché la Honda, la casa più vincente di sempre, si trova in crisi. Le cose cambiano. La copertura televisiva, specialmente la domenica pomeriggio, è aumentata a dismisura. I canali Dorna provvedono ad una serie pressoché infinita di contenuti. In Austria abbiamo visto l’amicizia tra i rivali al titolo che si fermano a parlare a fine gara, la rivalità dura e pura tra Martín e Bastianini, la favola di Aprilia e quella del Team Gresini, dagli urli della pole a quello zero che resta solo triste in 24 ore. Tutta roba che Guido Meda vive ogni giorno e che, dopo l'ennesimo GP che ci sta riconsegnando una nuova generazione, ha voluto raccontare sui suoi profili social.
Il messaggio social di Guido Meda
“La Desmosedici di Bagnaia è ancora calda - ha scritto in un lungo post su Instagram - Ha vinto che sarà neanche un’oretta. Lì dietro Pecco e Jack , primo e terzo con un Diablo strepitoso in mezzo, sono ancora in tuta e stanno facendo il briefing con i tecnici. Io mi ci accuccio accanto e un amico mi fotografa. Sto pensando che qualche volta bisogna ricordarsi delle proprie fortune, nella fattispecie il mestiere che faccio. Che mi fa stare qui. Mi fa entrare lì. Mi fa raccontare gare così, con gente così. Che sarà pure un mondiale che ha perso Valentino, ma vorrei avere la forza di un miliardo di televisioni per farvi capire chi è questa gente. Questi ragazzi. Bagnaia ha i suoi tifosi, e pure i suoi detrattori. Avanzi di chi ce l’aveva con Rossi immagino, a cui Pecco è grato senza farne mistero; e che si aggrappano a Bastianini da utilizzare …contro Bagnaia. Senza che i due siano contro tra loro. Che tristezza. Nessuno qui ora è contro qualcuno. Nemmeno noi. Invece è una gioia vederli andare forte, una tristezza vederli fallire, un privilegio averli visti crescere fino a diventare questi uomini qua. Bagnaia, per me è, come Quartararo, alle prese con l’ultimo chilometro prima di diventare fenomeno. Quello in cui fai gli ultimi errori e li elimini. Bravissimo ragazzo, intelligentissimo, perbene, corretto, sincero, impulsivo, riflessivo, metodico, analitico, coraggioso, innamorato della sua bella famiglia, della sua Domizia. E dove ti giri ti giri, sfumature a parte, trovi gente così. Anche se non si menano, non si mandano a quel paese, non fumano sul podio. Anche se sono costretti a misurare le parole perchè il politically correct e i social ormai ti inchiodano in un attimo; ed ecco che qualcosa di loro si perde. Ma non è colpa loro! Tutti poi hanno questa fretta famelica del “personaggio” , a tutti i costi . Ma è una fretta superficiale, che fa perdere di vista il campione che c’è in loro. Pecco: cinque vittorie con la Ducati, di cui tre consecutive. Rendetevi conto e date loro il tempo di strutturarsi, di prendere le misure con il mondo; trascorso quello avrete sia i campioni che avete già che i personaggi che cercavate e a cui magari avete pure rotto le scatole. Ci vediamo a Misano!”.