Due minuti, zero secondi e cinquecentotrentanove millesimi per giocarsi onore e gloria. No, non è il tempo di una sfida e non è nemmeno un ultimatum. E’ semplicemente il tempo che Andrea Iannone ha impiegato in meno rispetto a Alvaro Bautista per completare il GP della Malesia. Solo che con un giro in meno da fare. Iannone, quindi, è stato più veloce o no del collega del Team Aruba con la MotoGP. La risposta, oggettivamente, è che sì, Andrea Iannone è stato più veloce visto che sono da considerare anche i tempi secchi sul giro, il fatto che Bautista aveva fatto dei test prima e pure il tempo complessivo della Sprint, ma Alvaro Bautista sembra voler sostenere il contrario. E si attacca ai freddi numeri. Come? Con un commento su X che suona tanto di replica alle affermazioni fatte proprio ieri da Andrea Iannone.
Il pilota di Vasto, dopo la bella prova nel GP della Malesia con la Desmosedici del Team Pertamina Enduro VR46, aveva detto di essere stato di quindici secondi più veloce di Bautista, che l’anno precedente aveva fatto una wild card proprio a Sepang (qui le dichiarazioni complete di TheManiac) con la Ducati del Team lenovo, come riconoscimento per il titolo appena vinto in Superbike. Affermazioni, quelle di Iannone, che hanno chiaramente sottolineato come a Borgo Panigale si sia scelto di prolungare il contratto di Bautista per il Team ufficiale Aruba piuttosto che prendere in considerazione il suo nome dopo la bella stagione d’esordio con GoEleven. Una sottolineatura sacrosanta e uno spunto di riflessione che tutti avrebbero preso in considerazione. Ma Bautista, appunto, non ha gradito e su X se ne è uscito così: “Madre mia… Per fortuna ci sono i tempi. Veramente è stato due minuti più veloce di me, ma con un giro in meno. Se al mio tempo togli un giro, per farne diciannove come ha fatto lui, sono stato tre secondi più veloce io… E ero infortunato“.
Alvaro Bautista, infatti, chiuse il GP della Malesia del 2023 con un tempo complessivo di quaranta minuti, cinquantadue secondi e settecentouno millesimi, contro i trentotto minuti, cinquantadue secondi e centosessantadue millesimi di Iannone. Con lo spagnolo che ha completato venti giri e l’italiano che ne ha completati, invece, diciannove. I quindici secondi a cui fa riferimento Andrea Iannone, quindi, non ci sono, ma è chiaro che si tratta di una stima fatta a somme righe e a caldo di una bandiera a scacchi appena passata dopo cinque anni di distanza forzata dalla Classe Regina. E quella stima, oggettivamente, potrebbe starci tutta. Perché è vero che Bautista nell’ottobre dello scorso anno faceva i conti con un problema fisico, ma è vero pure che lo spagnolo aveva avuto modo di provare in test privati la Desmosedici GP23. La stessa moto utilizzata nello scorso fine settimana da Andrea Iannone, con i colori della squadra di Valentino Rossi,e sullo stesso circuito. Ottenendo, però, tempi in generale molto più bassi di quelli fatti da Bautista, visto che Iannone è stato di 1,3 secondi più veloce nel giro secco e di oltre venti secondi più veloce nel tempo complessivo della Sprint (che è stata di dieci giri per entrambi).