Di schiaffoni, bestemmie e “pranzi al sacco” campa questa Nazionale di Gennaro Gattuso. 5-4 con Israele, il pubblico (scarso) sugli spalti dello stadio di Debrecen che si volta durante l’inno della squadra di “casa”. Niente boicottaggio, ma almeno un gesto simbolico. Dieci gol segnati in due partite con Ringhio in panchina. Tanti, come tanti sono i quattro presi da Israele, che di certo non è il Brasile. Reti subite per disattenzione e sfortuna (due autogol). Su questo dovrà lavorare ancora tanto il ct, a cui però era stata chiesta una sola cosa: vincere. E lui l’ha fatto. L’Italia è seconda a pari punti con Israele, ma con una partita in meno. Le speranze di arrivare almeno ai play-off sono salve. Rino, lo avevamo scritto, era perfetto: uomo, italiano e cristiano. Quello della provvidenza e della cazzimma, dello sforzo superiore e della corsa in più a fiato corto, dell’inno cantato più forte degli altri. Il viso trasfigurato degli ultimi dieci minuti è il perfetto manifesto della sua filosofia. Ma la tensione era talmente tanta che forse, di quei punti di forza, ne ha rinnegato (momentaneamente) almeno uno. Le telecamere, infatti, lo hanno beccato mentre si lasciava andare in qualche espressione blasfema.

Il bestiario di Rino: cani e porci soprattutto. Ripetiamo: la tensione era tanta, forse troppa. Il suo futuro come ct, e quello della Nazionale, passa da queste partite. Non si può sbagliare. E di certo non ci mettiamo a fare i moralisti: chissà quante sono le bestemmie – ignorate dagli operatori – che vengono lanciate in ogni partita. Le dichiarazioni a fine gara sono già da mitologia: “C’era da morire. Abbiamo preso dei gol assurdi, siamo dei pazzi”. In effetti c’è da farsi delle domande. Giusta quella posta da Alberto Rimedio a fine partita a Manuel Locatelli, uno dei leader di questo gruppo: com’è possibile che giocatori di questo livello entrino in campo con così poca concentrazione? Locatelli risponde a metà: è vero, dobbiamo migliorare, ma l’importante era vincere. Tutto giusto. La rissa finale (Gigio Donnarumma ha detto che “ci hanno insultato tutta la partita”) completa – si fa per dire – una partita folle. Di lotta e poco governo, vince l’Italia di Ringhio. Nel tragitto dal fischio d’inizio al novantesimo, per citare Guccini, solo “voglia di bestemmiare”.

