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Ma che roba è Italia-Israele in Ungheria con solo tremila allo stadio, una manciata di italiani e clima surreale? Mentre Gattuso si gioca (quasi) tutto, la speranza sono gli ultras azzurri?

  • di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

8 settembre 2025

Ma che roba è Italia-Israele in Ungheria con solo tremila allo stadio, una manciata di italiani e clima surreale? Mentre Gattuso si gioca (quasi) tutto, la speranza sono gli ultras azzurri?
Italia–Israele si giocherà a Debrecen, in Ungheria, in un clima segnato dal conflitto a Gaza e dai pochi tifosi attesi sugli spalti. Gli uomini di Gattuso, reduci dal 5-0 sull’Estonia, hanno sei punti ma restano dietro Israele e Norvegia: la qualificazione mondiale è a rischio

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Le notizie che arrivano da Gaza cambiano inevitabilmente la percezione della partita che si giocherà tra Italia e Israele. Non è una partita come le altre e non lo sarà mai, in questa fase storica. Gli israeliani, tecnicamente, giocherebbero in casa. Ma da mesi non possono farlo: per ragioni di sicurezza la loro Nazionale disputa tutte le partite in campo neutro. La sede scelta è l’Ungheria, nello stadio di Debrecen, casa della squadra locale. Un impianto piccolo, molto più di quanto solitamente previsto per una gara di qualificazione mondiale di questo livello. Gli spettatori saranno circa 3mila, un numero ridotto per un appuntamento così decisivo. I biglietti venduti agli italiani sono appena 250: un manipolo di tifosi azzurri che proveranno a farsi sentire. Molto, secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, dipenderà dall’atteggiamento degli “ultrà”, che già in occasione dell’ultimo Italia–Israele avevano fatto parlare di sé voltandosi di spalle durante l’inno israeliano e intonando cori per Ilaria Salis. È quindi atteso un clima particolare, teso sugli spalti e inevitabilmente carico di significati politici ed extracalcistici.

L'allenamento degli azzurri
L'allenamento degli azzurri Ansa

Sotto pressione ci sono il ct Gennaro Gattuso e i suoi giocatori. La Nazionale arriva dalla vittoria convincente contro l’Estonia per 5-0, un risultato che ha ridato entusiasmo ma non ha risolto i problemi di classifica. Nel primo tempo gli azzurri erano rimasti bloccati sullo 0-0, poi nella ripresa la squadra si è sbloccata grazie ai gol di Moise Kean, Giacomo Raspadori, Alessandro Bastoni e alla doppietta di Mateo Retegui. Tre punti importanti, che portano l’Italia a quota sei: la metà della capolista Norvegia e tre in meno di Israele, che però ha una partita in più. I margini di errore sono ormai ridotti al minimo. Contro Israele, a Debrecen, gli azzurri si giocano una parte fondamentale del loro futuro. La qualificazione al Mondiale è in bilico e perdere terreno significherebbe rischiare di mancare per la terza volta consecutiva la massima competizione calcistica. Sarebbe un nuovo “anno zero” per il calcio italiano, un altro fallimento da aggiungere alla lunga serie degli ultimi anni. Gattuso lo sa bene: oltre alla preparazione tattica, deve lavorare sulla tenuta mentale dei suoi uomini. La partita si giocherà in un contesto particolare, con l’attenzione dell’opinione pubblica non solo rivolta al campo ma anche a ciò che accade fuori.

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