Sì, la Ducati GP25 andrà in cantina senza aver mai corso davvero. Lo hanno detto sia Marc Marquez, che Pecco Bagnaia e Davide Tardozzi dopo Buriram, ma la verità è che lo sapevano tutti da parecchio tempo prima. Cioè da subito dopo i test di Barcellona, almeno per quanto riguarda la scelta del motore, con quello della GP24 ritenuto sin da subito più affidabile di quello progettato per la GP25. A scoprire definitivamente le carte e ammettere che nessuno a Borgo Panigale ha mai pensato davvero di utilizzare il nuovo motore è stato Gigi Dall’Igna in persona.
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“Per quanto riguarda il motore – ha affermato nell’analisi che lui stesso ha affidato al suo profilo LinkedIn - già a Barcellona era chiaro che, seppur vantaggioso in termini di prestazioni e facilità di guida, rivelava una gestione del freno motore più complicata. Eravamo quindi già in parte preparati a confermare la versione 2024 e tutto era pronto per quella scelta”. Una scelta, dunque, tutt’altro che difficile, faticosa o ”pensata” più di tanto. A occupare i pensieri, semmai, è stato altro: il pacchetto aerodinamico. “E’ stata la decisione più difficile – ha ammesso l’ingegnere italiano - Ha portato indubbi vantaggi, soprattutto su una pista come Buriram, ma ha rischiato di portare svantaggi su piste con curve più veloci come Argentina e Qatar. Abbiamo preferito prudenza, con l’intenzione di provarla nuovamente con alcuni aggiornamenti nei prossimi test di Jerez. Il forcellone e il cambio, invece, hanno superato il test mentre il nuovo abbassatore verrà ancora valutato durante i weekend di gara. Sarà sicuramente un Mondiale molto combattuto durante il quale molte case costruttrici e molti piloti diranno la loro, ma come sempre saranno l’equilibrio e la competitività su ogni pista a fare la differenza”.
![Gigi Dall'Igna](https://crm-img.stcrm.it/images/42530735/2000x/20221103-174041137-3540.jpg)
Un’affermazione, quest’ultima, per ribadire che in Ducati nessuno – adesso che si è il riferimento per tutti – è più disposto a prendere rischi inutili o a giocare sulla via dell’azzardo. Non serve e non sarebbe produttivo, con Dall’Igna che, comunque, non parla mai di “passo indietro” o di vera e propria “bocciatura”. Ma, anzi, spiega quale è oggi il metodo Ducati rispetto a un passato in cui invece la parola d’ordine era “innovazione”. Non è un cambio di atteggiamento, sia inteso, ma un modo di agire sulla base di una certezza: la Desmosedici, in qualsiasi configurazione, è ancora superiore a tutte le altre moto avversarie. E i test invernali devono essere analizzati in un’ottica più ampia.
“L’obiettivo che ci siamo prefissati – ha concluso Dall’Igna, scoprendo definitivamente le carte - così come la filosofia da applicare, sono chiari e condivisi con i nostri piloti: solo ciò che è evidentemente migliore nella versione 2024, deve essere utilizzato fin dalla prima gara. Il resto sarà invece valutato con calma, ulteriormente migliorato e attuato nel corso della stagione, che si preannuncia più lunga che mai. Non è un concetto facile da spiegare, ma non tutte le evoluzioni hanno solo aspetti positivi. La maggior parte, infatti, implica sia vantaggi che svantaggi e, a seconda della pista o delle condizioni oggettive, una soluzione potrebbe prevalere sulle. Il lavoro da fare durante i test è quindi quello di giudicare se una soluzione tentata su pochi tracciati e magari spesso in condizioni di grip molto particolari possa essere migliorata complessivamente, almeno sugli otto-dieci tracciati su cui si snoderà l’inizio della stagione”.