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Il motore “bocciato” non è tutto, Gigi Dall’Igna spiega il (nuovo?) metodo Ducati: “Si valuta su otto o dieci circuiti”

  • di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

18 febbraio 2025

Il motore “bocciato” non è tutto, Gigi Dall’Igna spiega il (nuovo?) metodo Ducati: “Si valuta su otto o dieci circuiti”
Studiare, prevedere e agire di conseguenza. Sembrano le tre nuove regole di casa Ducati, anche se tanto nuove non sono affatto. Sì, Gigi Dall’Igna ha spiegato cosa ha portato alla decisione di utilizzare il motore della GP24, così come telaio e carena, e non è solo una questione di sensibilità dei piloti, ma proprio di “atteggiamento” diverso dal passato scelto da Ducati

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

Sì, la Ducati GP25 andrà in cantina senza aver mai corso davvero. Lo hanno detto sia Marc Marquez, che Pecco Bagnaia e Davide Tardozzi dopo Buriram, ma la verità è che lo sapevano tutti da parecchio tempo prima. Cioè da subito dopo i test di Barcellona, almeno per quanto riguarda la scelta del motore, con quello della GP24 ritenuto sin da subito più affidabile di quello progettato per la GP25. A scoprire definitivamente le carte e ammettere che nessuno a Borgo Panigale ha mai pensato davvero di utilizzare il nuovo motore è stato Gigi Dall’Igna in persona.

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“Per quanto riguarda il motore – ha affermato nell’analisi che lui stesso ha affidato al suo profilo LinkedIn - già a Barcellona era chiaro che, seppur vantaggioso in termini di prestazioni e facilità di guida, rivelava una gestione del freno motore più complicata. Eravamo quindi già in parte preparati a confermare la versione 2024 e tutto era pronto per quella scelta”. Una scelta, dunque, tutt’altro che difficile, faticosa o ”pensata” più di tanto. A occupare i pensieri, semmai, è stato altro: il pacchetto aerodinamico. “E’ stata la decisione più difficile – ha ammesso l’ingegnere italiano - Ha portato indubbi vantaggi, soprattutto su una pista come Buriram, ma ha rischiato di portare svantaggi su piste con curve più veloci come Argentina e Qatar. Abbiamo preferito prudenza, con l’intenzione di provarla nuovamente con alcuni aggiornamenti nei prossimi test di Jerez. Il forcellone e il cambio, invece, hanno superato il test mentre il nuovo abbassatore verrà ancora valutato durante i weekend di gara. Sarà sicuramente un Mondiale molto combattuto durante il quale molte case costruttrici e molti piloti diranno la loro, ma come sempre saranno l’equilibrio e la competitività su ogni pista a fare la differenza”.

Gigi Dall'Igna

Un’affermazione, quest’ultima, per ribadire che in Ducati nessuno – adesso che si è il riferimento per tutti – è più disposto a prendere rischi inutili o a giocare sulla via dell’azzardo. Non serve e non sarebbe produttivo, con Dall’Igna che, comunque, non parla mai di “passo indietro” o di vera e propria “bocciatura”. Ma, anzi, spiega quale è oggi il metodo Ducati rispetto a un passato in cui invece la parola d’ordine era “innovazione”. Non è un cambio di atteggiamento, sia inteso, ma un modo di agire sulla base di una certezza: la Desmosedici, in qualsiasi configurazione, è ancora superiore a tutte le altre moto avversarie. E i test invernali devono essere analizzati in un’ottica più ampia.

“L’obiettivo che ci siamo prefissati – ha concluso Dall’Igna, scoprendo definitivamente le carte - così come la filosofia da applicare, sono chiari e condivisi con i nostri piloti: solo ciò che è evidentemente migliore nella versione 2024, deve essere utilizzato fin dalla prima gara. Il resto sarà invece valutato con calma, ulteriormente migliorato e attuato nel corso della stagione, che si preannuncia più lunga che mai. Non è un concetto facile da spiegare, ma non tutte le evoluzioni hanno solo aspetti positivi. La maggior parte, infatti, implica sia vantaggi che svantaggi e, a seconda della pista o delle condizioni oggettive, una soluzione potrebbe prevalere sulle. Il lavoro da fare durante i test è quindi quello di giudicare se una soluzione tentata su pochi tracciati e magari spesso in condizioni di grip molto particolari possa essere migliorata complessivamente, almeno sugli otto-dieci tracciati su cui si snoderà l’inizio della stagione”.

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