Un’esibizione dal sapore speciale, 15mila spettatori sugli spalti e biglietti polverizzati in poche ore: Carlos Alcaraz e Frances Tiafoe hanno regalato spettacolo a Porto Rico, in una sfida che ormai sta diventando un appuntamento fisso. Dopo il match andato in scena negli Stati Uniti durante la off-season (con Carlitos ospite di Tiafoe) stavolta la sfida si è giocata in campo neutro, ma con un’atmosfera decisamente favorevole al numero 3 del mondo: “Quando sbarco in un Paese in cui si parla spagnolo è sempre bello ascoltare il tifo della gente”, ha raccontato prima di scendere in campo. “Ogni volta che gioco davanti al pubblico latino è un’esperienza incredibile. Spero che la gente si diverta”. Alla fine, il pubblico ha avuto il suo vincitore: Alcaraz si è imposto in tre set, un test positivo in vista del Masters 1000 di Indian Wells (5-16 marzo), primo grande appuntamento della stagione, torneo che lo spagnolo ha già conquistato due volte. Al di là del tennis giocato, l’ex numero uno del mondo ha aperto una finestra su temi più profondi. Primo fra tutti, la gestione mentale della carriera, aspetto su cui lavora da anni con una psicologa: “Sono già cinque anni che mi affido a lei”, ha spiegato.
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“Mi è stato chiaro fin da subito che l’aspetto mentale è una delle cose più importanti nel tennis. Il mio team e la mia famiglia mi aiutano molto, ma avere un supporto specifico fa la differenza. Devo tenere i piedi per terra e seguire il giusto cammino. Amo il tennis, è la mia vita e la mia passione: ogni volta che scendo in campo è un dono e voglio sfruttarlo nel modo migliore”. Non è mancato un riferimento all’odio social, un fenomeno sempre più presente nel mondo dello sport: “Non si può piacere a tutti, questo l’ho capito. Quando le cose vanno bene, tutto è meraviglioso, ma quando non vinci tornei o perdi partite, sui social è facile attaccare ed esprimere giudizi senza pensare all’impatto. In tanti hanno dovuto chiudere i loro profili o andare dallo psicologo per colpa di certi commenti. Non c’è empatia in molta gente, non si rendono conto di quanto possono ferire con le parole. Siamo esseri umani, non possiamo sentirci sempre al massimo. Io mi considero fortunato perché ho tante persone che mi supportano nei momenti difficili”.
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E sul futuro del tennis, Alcaraz ha preferito non fare previsioni troppo azzardate: “Non so se torneremo a vedere una rivalità come quella dei Big Three. Credo che ci saranno grandi sfide con i migliori del circuito, ma sarà un’era diversa”. L’ambizione di Alcaraz è quella di vincere tutto, ma a volte la pressione gioca brutti scherzi. Lo ha ammesso parlando dell’esperienza olimpica a Parigi, dove si è dovuto “accontentare” dell’argento: “A inizio anno avevo fissato l’oro olimpico come il mio obiettivo più importante. Ma alla fine questa ossessione è diventata dannosa: la negatività ha preso il sopravvento. Non mi piace arrivare secondo, sono super competitivo. Però, alla fine, ho sentito comunque un’emozione incredibile: alle Olimpiadi conta anche arrivare secondo o terzo”. Uno dei momenti più duri della sua carriera, però, è arrivato nella stagione su terra del 2024, quando un infortunio all’avambraccio ha messo in dubbio il prosieguo della stagione: “Ad aprile mi sono lesionato l’avambraccio destro. Non sapevo se sarei riuscito a usare il braccio come prima. Ho deciso di giocare a Madrid perché era importantissimo per me, ma il dolore è tornato e ho temuto il peggio”. Nonostante tutto, qualche settimana dopo, Alcaraz è riuscito a vincere il Roland Garros, scacciando ogni nube. Ora il focus è tutto su Indian Wells.