Difficilmente alla domanda “è la squadra migliore di tutti i tempi” qualcuno risponde davvero di sì. Questa Nazionale di volley, però, sta facendo qualcosa di leggendario. Maurizia Cacciatori, ex palleggiatrice e simbolo dell'Italvolley, ce lo ha detto: “Secondo me sì, è la più forte di sempre, in assoluto”. Ogni partita le azzurre dimostrano quanto è solido il gruppo e come, nonostante l’oro olimpico, non si sentano ancora arrivate. E il futuro, con una rosa così profonda e un vivaio come il nostro, è al sicuro. L'intervista.

Maurizia Cacciatori, prima domanda facile: questa è la Nazionale di volley italiana più forte di sempre?
Secondo me sì, in assoluto. Sia dal punto di vista tecnico che mentale. Hanno capacità di gestire ogni match, maturità e consapevolezza. Sono fattori che non bisogna mai sottovalutare. È una squadra che difende molto, con tutte le giocatrici, fortissima in attacco, ha personalità e sa anche affrontare i momenti difficili. Anche se ad essere onesti le abbiamo viste davvero poche volte in difficoltà. È un gruppo affamato, nonostante abbiano vinto l’Olimpiade. Loro dicono che quella vittoria non deve essere un punto di arrivo, e questo fa capire quanta umiltà ci sia.
È come se la vittoria di Parigi, invece di appagare le giocatrici, abbia sbloccato qualcosa in loro.
Esatto, spesso quando si raggiunge un livello così alto c’è il rischio di rilassarsi o pensare di essere imbattibili. Invece loro dimostrano il contrario. Nonostante anche il sestetto sia cambiato, con l’arrivo di una nuova giocatrice come Stella Nervini, molto giovane ma già matura nella gestione, la squadra ha dimostrato solidità. E poi anche le juniores hanno fatto bene a livello internazionale: c’è una cultura di gestione dei team molto elevata.
Relativamente allo sport italiano si dice spesso che manca la programmazione. Ecco, nel volley le cose sembrano funzionare.
È una generazione che sa di poter contare sulle generazioni del futuro, consapevole di avere un vivaio che cresce bene. Questa è una garanzia. Ma insisto sulla mentalità. Pensiamo a Italia-Cuba: il valore delle avversarie non era altissimo, ma le nostre ragazze hanno avuto un approccio impeccabile, senza concedere nulla, dando spazio anche a chi gioca meno ma mantenendo alto il livello.
A proposito della profondità della rosa: secondo te chi sono le atlete su cui costruire puntare?
Per me sarebbero tutte. Certo bisogna considerare anche l’età, ma per esempio Monica De Gennaro resta la migliore e lo sarà ancora a lungo. Però il lavoro fatto dalla federazione dà serenità. Dire chi rimarrà o meno non spetta a me, ma sicuramente stiamo creando una realtà che è un esempio riconosciuto a livello internazionale.
Parlare di simboli, quindi, sarebbe scorretto?
Ne abbiamo diverse di giocatrici simbolo. In regia Alessia Orro è un punto di riferimento, versatile e sempre disponibile. Paola Egonu è felice di giocare ed è orgogliosa di far parte di un team vincente. E le centrali, che spesso vengono nominate poco, stanno facendo cose incredibili. È difficile fare solo un nome.

Hai citato Egonu: la fiducia con cui sta giocando è dovuta anche al cambio in panchina dopo l’Europeo del 2023? Con Velasco c’è stato qualcosa di diverso?
Credo che Julio e il suo staff abbiano lavorato sulle dinamiche del gruppo, che in passato aveva avuto qualche passaggio a vuoto nonostante le grandi individualità. Oggi abbiamo un vero team, nato e costruito da Velasco e dallo staff, che hanno messo davanti a tutto la maglia della nazionale. Le ragazze hanno risposto alla grande.
Qual è l’elemento che caratterizza la gestione Velasco?
La capacità di gestire ogni situazione con forza, sia quando le cose vanno bene sia nei momenti difficili. Le ragazze hanno assimilato questo atteggiamento, e questo dà la sensazione che sappiano sempre reagire. È un valore aggiunto enorme. Si vedono squadre che, quando le cose non vanno, perdono la gestione e vanno in tilt. Questa nazionale invece ha consapevolezza. Ed è il frutto del lavoro di Velasco, di Massimo Barbolini e dello staff.
Insomma, meccanismi virtuosi che dovrebbero essere replicati anche in altri sport?
Il concetto che loro sottolineano, divertirsi e sorridere, non è scontato. Spesso si dice ma non si mette in pratica. Invece loro ci riescono. È vero che sono forti, ma questa armonia non nasce per caso. Può essere un buon esempio per tutti. Certo, ci sono anche altri modelli sportivi italiani da seguire, ma le nostre azzurre hanno dimostrato di essere ad altissimo livello mantenendo i piedi per terra. Non pensano di essere le più forti, si conquistano ogni vittoria giorno per giorno.

