Jorge Martin ha una capacità: concentrare tutto, ma tutto davvero, anche quando il tempo a disposizione è poco. Così il leader della classifica mondiale, anche in questo venerdì senza FP1 a Phillip Island è riuscito a provare ogni sensazione possibile, compresa quella della caduta. “Ho rischiato di travolgere Quartararo – ha raccontato – Ho pinzato neanche troppo forte, ma forse i freni erano ancora freddi. Di sicuro cominciare subito così con una caduta non è stato il massimo. Ho provato rabbia e prima, per via del temporale in arrivo, avevo avuto anche un po’ di paura”. Giusto il tempo di farci una battuta sopra, quindi, e il giovane spagnolo ha voluto voltare pagina, parlando, piuttosto, delle sensazioni provate in sella.
Sensazioni che da un lato gli hanno regalato sicurezze rispetto alla consapevolezza di poter essere veloce sul tracciato australiano e, dall’altro, anche tante incertezze su due incognite di cui bisognerà tenere conto. “Il meteo qui – ha spiegato – può riservare ogni tipo di sorpresa, ecco perché sono convinto che bisognerà provare a stare davanti sempre. E ne sono ancora più convinto anche per via degli animali che possono attraversare la pista. Se succede in gara, magari nel finale, ci sta che provochino una bandiera a scacchi anticipata che inevitabilmente favorirà chi in quel momento sarà davanti”. Sicurezze personali, quindi, e incertezze sullo scenario, con Jorge Martin che, ancora una volta, dice di volersi affidare all’istinto. Un modo di essere nelle corse, il suo, che a volte paga restituendo un pilota velocissimo e esplosivo, ma che altre volte gli è costato caro con scelte sbagliate e cadute evitabili.
Lo spagnolo, però, rifiuta il confronto con Pecco e nella sala stampa di Phillip Island, quando gli fanno notare che il suo rivale ha lavorato moltissimo sul bilanciamento della Desmosedici 2024 anche a rischio di sacrificare l’ingresso in Q2, è stato netto e categorico: “In questo mi sento diverso da Pecco. Ci sono piccole cose, dettagli, su cui lui si concentra molto, mentre io preferisco affidarmi al mio istinto e a quello che sento. Penso solo a andare al massimo. Non penso che c’entri il fatto che sono giovane”. E’ l’ammissione di un modo di lavorare e di essere, appunto, pilota, ma suona anche di gioco mentale nei confronti di un diretto rivale che invece, a detta di chiunque nel paddock, è un puntiglioso che cerca continuamente la perfezione per poter essere altrettanto perfetto in sella. Quasi una provocazione, quindi, per sottolineare di sentirsi più capace di improvvisazione. Qualcosa che a Phillip Island verosimilmente servirà visto le previsioni meteo e viste le difficoltà di un circuito che comunque ha un asfalto del tutto nuovo e che rappresenta una incognita per le gomme sulla lunga durata.
Già nei giorni scorsi, intervistato dal canale ufficiale della MotoGP (qui il nostro articolo), Martin aveva ostentato un certa sicurezza, ma è vero pure che in questa fase commettere un errore significa anche dire definitivamente addio alla possibilità di vincere il titolo. E non è così scontato, quindi, che andare a cercare il dettaglio e a limare ogni questione tecnica non sia la strada giusta. Anzi, forse è qualcosa che, proprio da un punto di vista mentale, rende Bagnaia ancora più forte dello stesso Martin, nonostante i dieci punti di svantaggio. La partita di Phillip Island si giocherà anche sulla forza mentale, oltre quello che dirà la pista, soprattutto in considerazione che i punti da giocarsi potrebbero non essere quelli del bottino pieno, visto che è vero che a Phillip Island il meteo e gli animali rappresentano un incognita per tutti, ma, almeno in questo venerdì, è diventato altrettanto vero che ci sarà una costante per tutti: Marc Marquez pronto a mettere stabilmente i suoi stivali sul gradino più alto del podio.