“Grazie, è la domanda più facile finora”, dice Jorge Martín a Matt Birt, nel giovedì del GP d’Olanda, quando quest’ultimo gli chiede di cosa si aspetta da Assen. Jorge è seduto tra Bagnaia e Marquez, non li guarda nemmeno, gli altri fanno lo stesso. C’è talmente tanta tensione in conferenza stampa che è fisicamente impossibile lasciarla tutta lì dentro. La porteranno in pista, ognuno a modo suo. “Sono concentrato, finalmente”, dice Martín, che anche parlando di corse torna a quello che è successo il mese scorso. “So di poter fare un buon lavoro qui ad Assen. Al Mugello è stata dura, non solo mentalmente ma anche per l’emozione. Provavo a non pensare al mio futuro, ma è stata dura. Voglio pensare solo alle gare, vediamo cosa si potrà fare qui”.
Poi apre i rubinetti e, alla fine, sarà quello ad aver parlato di più. Racconta, Martín, di come il rifiuto di Ducati l’abbia segnato soprattutto nei giorni successivi alla decisione: “Al Mugello sono successe tante cose, anche se non ero stato informato. Sono arrivato con delle idee, informazioni diciamo, che durante il weekend sono molto cambiate. Quando la gara è finita ho capito che cosa sarebbe successo e ho dovuto prendere una decisione. A volte nella vita… le cose non vanno come ti aspetteresti o come vorresti. È stato frustrante specialmente dopo il Mugello: dopo 4 anni passati a cercare la moto ufficiale ho capito che non sarei stato la scelta della Ducati, quella scelta era Marc. Per il resto penso di aver preso la miglior opportunità possibile e che sarò molto più felice dove andrò. E sarò un pilota ufficiale, che era il mio sogno. Andrà dove mi vogliono davvero e darò tutto con loro. Poi la stagione è lunga, sono ancora un pilota Ducati e voglio finire l’anno nel miglior modo possibile”.
Pochi minuti più tardi torna su quel momento lì, spiegandosi ancora meglio: “È difficile da raccontare, ho parlato con Ducati dopo il Montmelò e tutto era piuttosto chiaro. Poi domenica pomeriggio al Mugello ho capito che le cose stavano cambiando, qualcuno o qualcosa è arrivato e ha cambiato idea. Ero convinto al 100% che sarei andato lì, nel team ufficiale. Le cose succedono, alla fine sono contento per come siano andate le cose. Ho preso questa decisione col cuore e penso che lì (in Aprilia, ndr) sarò felice. Se una persona è felice, quella persona è veloce. Sicuramente avere Aleix lì mi ha aiutato, anche perché abbiamo lo stesso manager”.
Poi gli fanno notare che Ducati potrebbe (per altro a ragione) ridurre gli aggiornamenti sia per lui, che è diretto in Aprilia, che per Paolo Campinoti, sempre più vicino alla Yamaha: “Non sono spaventato, sono un professionista pagato da Ducati”, è stata la risposta di Martín. “Corro per Ducati e fino a Valencia questa è la mia casa, quindi darò tutto per vincere o provare a farlo. Mi hanno detto che avrò tutto il materiale e sono sicuro che non avrò problemi a lottare contro questi due ragazzi ad armi pari”.
Tutto sommato, Jorge Martín esce da questa conferenza stampa meglio di come ci era entrato. Si è tolto di dosso i pesi accumulati in quest'ultimo mese, ha parlato chiaro, raccontato le sue frustrazioni e preso di petto la storia. Lo aveva fatto anche un paio d'anni fa a Misano, quando scelsero Enea e non lui. E da lì ne è uscito più veloce, concreto e vincente. Ora c'è da aspettarsi che in Aprilia farà lo stesso.