Gli strascichi del no al Quirinale da parte di Jannik Sinner ci sono ancora. Un no detto al presidente della Repubblica che la maggior parte dei commentatori, degli sportivi o degli addetti ai lavori non ha condiviso. Diversi quelli che si sono espressi contro questa scelta, ma c’è anche chi lo ha giustificato spiegando che, in fondo, non è un obbligo andare da Mattarella, soprattutto se Sinner ci era già andato in passato. Eppure, quello che fa lui è sempre sotto l’occhio attento degli osservatori, che quasi in modo capillare controllano i suoi spostamenti e la sua agenda cercando di carpire quanti più dettagli possibili. Perché è andato a sciare pur avendo disertato la cerimonia? Come mai non ha difeso il titolo a Rotterdam dove ora l’Italia è nelle mani di Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego? E, domanda delle domande per molti, come mai va a esibirsi a Las Vegas a marzo? Parteciperà infatti all’Mgm Rewards Slam alla Michelob Ultra Arena di Las Vegas, torneo di esibizione in programma l’1 e il 2 marzo che vedrà come protagonisti anche Tommy Paul, Alexander Zverev, Taylor Fritz, Naomi Osaka e Aryna Sabalenka.
C’è un precedente che già aveva fatto discutere: la sua presenza in Arabia Saudita al Six Kings Slam. Montepremi faraonico (5,5 milioni di euro), nessun punto Atp, e la frase del numero uno al mondo di cui si è parlato per settimane “non sono venuto qui per soldi”, ma per stare con i grandi del tennis, aveva aggiunto. C’erano infatti anche Novak Djokovic, Rafael Nadal, Holger Rune e Daniil Medvedev, ma gli occhi erano su Sinner. Il punto è che Jannik è diventato più interessante di qualunque altro sportivo. Più di un titolo Slam, più di una finale epica, più di un record infranto. Non conta cosa faccia, ma il fatto che sia lui a farlo. Ogni sua scelta, ogni sua parola, ogni sua pausa viene analizzata, sezionata e messa sotto la lente d’ingrandimento con un’attenzione quasi maniacale. Sono mesi che si parla del caso del doping Clostebol piuttosto che della sua relazione con Anna Kalinskaya, che si analizza ogni frase, che si scannerizza il suo modo di festeggiare o non festeggiare. Ogni tanto però a qualcuno sugge che Sinner ha il diritto di essere un tennista prima che un caso nazionale, di giocare a tennis senza dover giustificare ogni passo. Forse qualcuno non lo ha colto, ma a Las Vegas non andrà a fare l’animatore, ma quello per cui è diventato numero uno al mondo: colpire una pallina con una racchetta da tennis.