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L'immagine dell'Italia è il caz*o di Calafiori agli Europei: si può fare schifo e finire a terra, ma sempre a minch*a dura. E poi, io speriamo che me la cavo e via

  • di Paola Saulino Paola Saulino

25 giugno 2024

L'immagine dell'Italia è il caz*o di Calafiori agli Europei: si può fare schifo e finire a terra, ma sempre a minch*a dura. E poi, io speriamo che me la cavo e via
Gioire per la sudatissima conquista degli ottavi di finale di questi Europei di calcio da parte degli azzurri? Macché, Paolina Saulino gioisce per il caz*o di Riccardo Calafiori, perché è proprio da questa minch*a che si erige mentre si è ancora al tappeto che l'Italia (e non solo quella di Luciano Spalletti) deve prendere esempio...

di Paola Saulino Paola Saulino

Va bene il passaggio agli ottavi, ma vogliamo parlare del caz*o di Calafiori? Voto 10. Riassunto della partita? Le incursioni alla Calafiori, quelle sono la cartolina dell’Italia. La spavalderia di una minc*ia di 22 anni porta gli azzurri a Berlino nonostante un’Italia complessivamente insufficiente salvata solo dal dic* rating di Cala che alza la media totale con il suo 10 e lode. È giusto non fare il paragone con altre Italie, come ha detto Stramaccioni, sono d’accordo. Quella di tre anni fa, o quella di Del Piero e Totti, no, non è sano, fa male, e non è giusto, per tutti quei Grosso, Camoranesi, Cannavaro e Nesta che forse non hanno mai avuto il caz*o di Cala. Non è bello, insomma, fare paragoni. Per il resto, alla provocazione se abbiamo avuto cu*o con il goal all’ultimo secondo di Zaccagni? Rispondo con un “forse”, anche se direi che abbiamo avuto più caz*o che cu*o. Quindi ce lo siamo meritati questi Ottavi. C’è poco da dire, ok i croati, evviva la veemenza spagnola, e la presenza maschia albanese, ma il caz*o italiano è di qualità, lo vogliamo dire? E diciamolo fuori dai denti, diciamolo riempendoci la bocca: la minc*ia Italiana fa differenza in campo, mi riporta a quei sapori tradizionali, tipici dello stivale.

Riccardo Calafiori
Riccardo Calafiori e le sue doti

Ha un inno incisivo, è un tricolore ostinato e senza sfumature, ha un finale al cardiopalma, che ci fa finire il match con una botta di adrenalina, e con un post-partita tenero, emozionante, intimo, fatto di lacrime e minc*ia messa lì ancora prepotente. Come l’immagine del classe 2002 che è entrata nelle nostre case, ci riassume perfettamente. Praticamente dai pensieri cupi che trasparivano dalle inquadrature di Spalletti in panchina, ai pensieri pubici delle immagini di Cala steso a terra sul campo, è stato un attimo. Quello dell’azione di Calafiori, appunto, avvenuta negli ultimi giri di lancette, quando la speranza era nascosta, e forse si era nascosta proprio nei calzoncini di Riccardo. Solo che era una bella manciata di speranza, per fortuna, e non si è riuscita a nascondere del tutto, si è fatta vedere. E menomale, è uscita, ed è proprio da questa minc*ia, ops, da questa “speranza” volevo dire, che questa Italia deve ricominciare.

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