Andare forte conta, ma saper frenare conta di più. Giacomo Agostini lo dice da sempre e con la “religione del freno” ci ha vinto più di chiunque nella storia delle corse. Adesso quella che ai tempi sembrava la fissazione di un campione è praticamente la regola che tutti conoscono e la storia recente della MotoGP racconta che a vincere sono quasi sempre quelli più forti in frenata. Un quasi sempre che però è d’obbligo, soprattutto dopo un 2024 in cui Jorge Martin – che di certo non è uno che frena male o piano – è riuscito a battere Pecco Bagnaia che invece, nell’attuale MotoGP, è considerato il re della staccata. I dati diffusi da Brembo dopo ogni gran premio hanno sempre parlato chiaro, così come gli stessi avversari di Pecco hanno sempre ammesso che ora è lui il riferimento per quanto riguarda le staccate.
In pochi, quindi, si sono accorti che Pecco Bagnaia nel 2024 ha cambiato il suo modo di frenare, scegliendo di ridurre il più possibile le dita sui freni e arrivando a utilizzarne uno solo. A raccontarlo è stato proprio Bagnaia, nell’ultima ospitata da Andrea Migno (di cui abbiamo già raccontato qui): “Quest'anno ho imparato a frenare con un solo dito. All'inizio è stato faticoso: freni con tutta la forza che hai. Ho sempre cercato di adattare la frenata in base alla curva: se è una frenata forte ne uso tre e se è più leggera ne uso uno o due, ma ho capito che alla fine frenare con un dito è più comodo. Quando freni e devi agire sull'acceleratore subito dopo, tutto diventa più diretto". Detta così sembra un cambiamento da poco, ma se si considera che i piloti in MotoGP arrivano a esercitare in frenata una pressione sulla leva superiore anche a dieci kg in alcuni casi, allora si ha la misura di cosa significhi farlo con tre dita o con un dito solo. Qualcosa, frenare con un dito solo, che il futuro compagno di squadra di Pecco Bagnaia, Marc Marquez, fa già dal 2018, dopo averlo visto fare a un certo Casey Stoner. Anche l’australiano, però, secondo curiosità fornite da Brembo ormai qualche anno fa, non è stato il primo, visto che già Scott Russell e Kenny Roberts Jr frenavano con un solo dito.
La vecchia scuola, invece, è quella delle tre dita, di cui è stato maestro, paradossalmente, il maestro di Pecco Bagnaia: Valentino Rossi. Già il 46, però, negli ultimi anni della sua carriera aveva provato a cambiare abitudini e a non ricorrere sempre a indice, medio e anulare per aggrapparsi alla leva di destra, scegliendo di farlo con due dita come i suoi compagni di squadra Jorge Lorenzo e Maverick Vinales. “Ora freno con due dita anche io – disse Rossi nel 2019, già a 40 anni suonati – è una cosa che volevo provare a fare da tempo, ma non è stato facile cambiare dopo tanti anni”.
Anche perché nel tempo sono cambiati, e molto, anche i freni, raggiungendo performance pazzesche e rivelandosi sempre di più il vero segreto di ogni pilota in base alle singole capacità di sfruttarli. E, soprattutto, in base alla capacità di gestirne le temperature, visto che i freni moderni arrivano a temperature superiori ai 600 gradi e che la pressione generata dai piloti – compiendo uno sforzo pari a quello di chi sta sollevando 10 kg con una, due o tre dita – arriva anche a dieci bar. Risultato? Ritrovarsi a fare i conti con una Forza che arriva anche a 1,5G e che permette di rallentare, come ad esempio accade a Losail, dai 350 km/h ai 90 km/h in meno di 150 metri. Con un dito solo!