Mentre Michael Schumacher, a 11 anni dal terribile incidente sugli sci che l’ha portato via dalla scena pubblica, ne compie 56, il nome del sette volte campione del mondo continua a risuonare nei paddock della Formula 1. A confrontarcisi, questa volta, è Max Verstappen, anche se l’olandese, con la tipica schiettezza che lo contraddistingue, mette subito le cose in chiaro: “Non è il mio obiettivo”.
Ma di quale traguardo parla Verstappen? Semplice: il record di cinque titoli mondiali consecutivi, stabilito dal Kaiser di Kerpen dal 2000 al 2004, un’impresa che nessuno – né Hamilton né Vettel – è mai riuscito a replicare. Eppure, con tre titoli già in tasca, Max si trova oggi davanti alla possibilità di scrivere una pagina simile di storia.
Però, come ha detto nel podcast di Red Bull Talking Bull, “non si tratta di vincere cinque titoli di fila o di quanti ne vinco in totale”. A Max interessa vincere, punto. “Sono in un team che può farlo e sono entusiasta di ciò che stiamo preparando per l'anno prossimo. Spero sia abbastanza veloce. Se lo sarà, farò il resto”.
Il 2025 promette di essere una stagione tutt’altro che scontata. Verstappen sa che la concorrenza è affamata e il dominio Red Bull potrebbe non essere più così intoccabile. “Ci aspetta una vera battaglia” – ha dichiarato durante la cerimonia dei premi Fia – “La stagione è stata altalenante. Siamo partiti benissimo, ma gli altri hanno lavorato sodo e ci hanno reso la vita difficile, soprattutto nella classifica costruttori”.
C’è stato un momento a metà stagione in cui la Red Bull sembrava barcollare, ma la squadra non si è lasciata prendere dal panico: “Abbiamo stretto i denti, e alla fine sono orgoglioso del lavoro di tutti”.
Verstappen si prepara alla sfida con il solito sguardo tagliente, consapevole che il 2025 potrebbe essere l’anno della verità. Mentre la Ferrari e la Mercedes scaldano i motori, il campione del mondo guarda avanti: “Abbiamo capito su cosa dobbiamo lavorare. E sono carico perché sembra che ci sarà da divertirsi”.
Nel frattempo, Michael Schumacher resta lì, come un’ombra leggendaria.