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La decadenza della boxe moderna è tutta qui: se anche un campione del mondo come Anthony Joshua accetta di lottare con l’influencer Jake Paul cosa rimane di questa disciplina?

  • di Michele Larosa

  • Foto: Ansa

24 novembre 2025

La decadenza della boxe moderna è tutta qui: se anche un campione del mondo come Anthony Joshua accetta di lottare con l’influencer Jake Paul cosa rimane di questa disciplina?
I tempi sono quelli che sono, il profumo dei soldi ammalia chiunque. E pazienza se il sacrificio da fare è il valore di una disciplina. Persino un ex campione del mondo dei pesi massimi come Anthony Joshua ha accettato di lottare con Jake Paul, professione influencer (o youtuber o chissà). L'ultimo segnale della decadenza del pugilato

Foto: Ansa

di Michele Larosa

Da Gervonta a Joshua, il passo per Jake Paul è breve. Dopo l'annullamento del match contro Tank a causa dei guai giudiziari del pugile di Baltimora in tanti hanno bussato alla porta del Gallo dalle uova d'oro. Si era offerto l'ex sfidante al titolo dei pesi medi Gabriel Rosado, mentre aveva più o meno gentilmente declinato l'offerta il gigante camerunese Francis Ngannou: “No, non succederà nulla del genere. Fondamentalmente, come possono passare da Gervonta a me? Non ha senso”. Non sembra essersi posto lo stesso problema Anthony Joshua, che non ha esitato ad afferrare subito il malloppo milionario offerto dal fenomeno del web. Un incontro che desta vari dubbi. Il nome del britannico stride infatti di fianco agli avversari incontrati da Paul fino a questo momento, ex lottatori di Mma o boxeur in declino. Mentre tutti sognano il derby britannico con Tyson Fury uno dei migliori pesi massimi della nostra epoca decide di abbassarsi a combattere contro un pugile che, spogliato di tutto il contorno, è poco di più di un amatore. Perché? La risposta appare scontata, la bilancia mette su un piatto il cachet record di 92 milioni di dollari, sull'altro la credibilità pugilistica di un atleta giunto nell'Olimpo del proprio sport. La differenza di stazza fra i due è evidente, quasi 20 cm di differenza, e sta già generando ilarità sui social. Senza contare poi l'ovvio divario tecnico e di esperienza, uno youtuber diventato pugile contro un ex campione dei pesi massimi di quasi 2 metri e oltre 110 chili: cosa potrebbe andare storto?

Jake Paul
Jake Paul, prossimo avversario di Anthony Joshua Ansa

Secondo David Haye, due volte Campione mondiale Jake Paul potrebbe addirittura rischiare la vita: “Come un leone contro un gatto domestico. Ritengo sia improbabile che una simile differenza di valori ottenga l’approvazione del 'British Boxing Board of control', per non parlare delle commissioni di Las Vegas e New York. Fatico a credere che ad AJ sarà permesso di dare liberamente un pugno in testa a Paul senza alcuna sorta di restrizione o cautela”. Sicuramente al ragazzo di Cleveland non manca il coraggio, se davvero come sembra l'incontro avverrà senza restrizioni. Quello di Paul sembra un esperimento da laboratorio, un superricco che, abbondantemente superati i 20 anni si mette in testa di fare il pugile e riesce ad ottenere un incontro contro uno dei migliori massimi in circolazione. Uno schiaffo a chi per un match del genere suderebbe una vita, ma anche una deriva inevitabile dello sport odierno. Una carriera costruita sulla provocazione, biglietti strappati solo per vedere Paul volare al tappeto, mentre il ragazzo americano continua a vincere. Dal canto suo, per il Gallo, nel caso di un'insperata vittoria, questa potrebbe essere l'occasione per raggiungere il prestigio pugilistico tanto agognato. La star dei social infatti dopo aver affrontato ex atleti di Mma e il cinquantottenne Mike Tyson rimesso in piedi per l'occasione, ha battuto nella categoria dei massimi leggeri Julio Cesar Chavez Jr, ex campione del mondo dei pesi medi nel 2011-12, di fatto anche lui un ex pugile visti i quasi quarant'anni e i soli due match disputati negli ultimi quattro anni. Un incontro che però gli ha aperto le porte della Wbc, con il presidente Mauricio Sulaiman che ha dichiarato a Espn che prenderà in considerazione l’ipotesi di inserire Jake Paul nelle classifiche.

Jake Paul
Cosa rimane della boxe? Ansa

“Questa non è una simulazione con l’intelligenza artificiale, questo è il giorno del giudizio. - ha dichiarato Paul - Un vero incontro tra pesi massimi contro un campione del mondo d’élite nel pieno della sua forma. Quando batterò Anthony Joshua, ogni dubbio svanirà e nessuno potrà negarmi l’opportunità di combattere per un titolo mondiale. A tutti i miei hater, questo è ciò che volevate. Al popolo del Regno Unito, mi dispiace: la torcia passerà di mano e il Golia britannico verrà messo a dormire”. L'ex campione dei pesi massimi e il fenomeno del web si affronteranno a Miami tra un mese, il 19 dicembre. È quanto annunciato nei giorni scorsi dalla Most Valuable Promotions, la promotion sportiva creata quattro anni fa dallo stesso Paul. Secondo quanto emerge ad oggi il match, che si combatterà al Kaseya Center, sarà un incontro ufficiale, che si disputerà sulla distanza da otto riprese con guantoni da dieci once, lo standard per i professionisti di quella categoria di peso. Il combattimento, inutile dirlo, andrà in onda su Netflix, e punta a superare l'altissima asticella precedentemente fissata da Paul vs Tyson: il contenuto sportivo più visto in streaming a livello globale, con un picco di 65 milioni di spettatori live simultanei e 38 milioni solo negli Stati Uniti. Nel mezzo i tanti detrattori, a perdere secondo molti sarà la boxe, sacrificata sull'altare del denaro e messa in secondo piano rispetto a quello che sarà un grande show. Ma Jake Paul ha pur sempre un merito, quello di riaccendere sul pugilato i grandi riflettori come non accadeva da tanto. I match dello streamer infatti si portano con sé una luce riflessa a tutti gli incontri di contorno. Parliamo di match di livello assoluto come quello fra Lomachenko e Jamaine Ortiz che ha preceduto quello di Paul contro Anderson Silva, o quello fra Katie Taylor e Amanda Serrano andato in onda durante “Paul vs Tyson”, l’evento sportivo con atlete femminili più visto di sempre. Ai due protagonisti del resto delle critiche interessa poco, come diceva Oscar Wilde tutto va bene: purché se ne parli.

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