La sosta per le nazionali è stata archiviata, il campionato e le coppe sono ripartite, e la Juventus ha battuto il Milan a San Siro (0-1 con un gol di Manuel Locatelli). Di conseguenza lo spazio per lo scandalo scommesse è destinato a ridimensionarsi. Per altri motivi, non per quelli che sarebbe istintivo pensare. È tutto molto semplice: sino a quando lo scandalo scommesse sembrava riguardasse soltanto giocatori della Juventus era già tutto apparecchiato, come abbiamo già scritto nel nostro ultimo articolo. I soliti ex tre giornalisti – perché questo sono – pronti a vomitare fiele su Twitter, altri né liberi né pensatori ancora in servizio con microfono e/o penna si erano già preparati il consueto schemino destinato a fare clickbait. Che cosa poteva andare storto? È bastato però che le scommesse coinvolgessero altri giocatori dopo Nicolò Fagioli ed ecco che la narrazione è cambiata all’improvviso, con tanto di virate a 360° da far impallidire i campioni mondiali di giravolte, con performance che se prese in considerazione come meritano sarebbero degne di un’assunzione a tempo indeterminato in qualche circo, insieme alla donna barbuta, al nano e all’uomo qualunque. Non ci stiamo riferendo a Bobo Tv, malfidenti. Vieri è stato per l’ennesima volta bravissimo a trasformare qualsiasi cosa faccia in un business. All’improvviso lo schemino che prevedeva l’allargarsi a macchia d’olio lo scandalo ha dovuto prendere un’altra strada, inspirata al ‘so ragazzi’, la ludopatia è una malattia, questi giovani vanno capiti, curati e perdonati. Tutto molto bello, tutto molto ipocrita, un nuovo capitolo di una vicenda che mostra come il calcio italiano – quello sì – sia davvero invecchiato male, malissimo, legato a dinamiche più da Grande Fratello che non da competizione sportiva in grado di avere appeal per investitori, sponsor, televisioni e media in generale.
Senza voler cadere in facili esercizi di retorica, sarebbe cosa buona e giusta che finalmente il calcio italiano tornasse a far parlare di sé per quello che accade sul campo, non fuori, che avesse stadi e un management degni di questo nome e tornasse a essere attrattivo anche per i campioni stranieri, che ormai considerano la Serie A la quarta se non la quinta scelta. Non che il resto dello sport italiano se la passi molto meglio. Si è infatti appena riusciti nella mirabolante impresa di non avere la pista da bob per le Olimpiadi di Milano Cortina 2026: le gare si dovranno disputare all’estero: mai successo nella storia. Intanto quasi tutti i media continuano a magnificare le doti del Ministro dello Sport Andrea Abodi e del Presidente del Coni Giovanni Malagò. Avanti così, continuiamo a ballare sul Titanic.