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PENSIERI BIANCONERI

La Juventus ruba? No, vince. E avrebbe meritato più di trentotto scudetti

Daniele Spadaro

9 dicembre 2023

Prosegue la rubrica di Daniele Spadaro, un tifoso bianconero doc, sulla juventinità. Juventus-Napoli finisce 1 a 0 (con un gol di Federico Gatti) e come ogni fine settimana viene criticato il gioco, la fortuna, le vittorie di corto muso. Tra le polemiche sempreverdi degli antijuventini, però, c’è quella del numero di scudetti. Tutti ricordano i fatti di Calciopoli, ma nessuno fa mai riferimento agli episodi sfavorevoli ai bianconeri

di Daniele Spadaro Daniele Spadaro

Nonostante la vittoria della Juventus contro il Napoli (1 a 0 con un gol di Federico Gatti), il campionato attuale sembra aver individuato i vincitori annunciati: l’Inter procede spedita verso il suo ventesimo scudetto, che significherebbe la tanto agognata seconda stella. Ogni stella viene assegnata per ogni dieci campionati vinti: la Juventus ha raggiunto la seconda nel 1982, la terza nel 2014: 36 gli scudetti secondo l’albo d’oro della Serie A, 38 per tutti gli juventini. Entrambi i numeri sono sbagliati: i campionati vinti dalla Juventus sono molti di più. In Italia per i tifosi è sempre molto comodo piangere quando si subiscono torti e fottere o meglio fottersene quando colpiscono gli altri. Meglio rinfrescare la memoria agli antijuventini, dopo aver rimesso al suo posto la favola del gol di Turone in un nostro precedente articolo. 2000: il nubifragio di Perugia. Nel 2000 lo scudetto fu vinto dalla Lazio, che all’ultima giornata superò la Juventus, sconfitta in trasferta dal Perugia: fu la famosa partita sospesa per nubifragio dall’arbitro Pierluigi Collina e poi fatta riprendere dopo un’ora. In un campionato e in un paese normale la partita non sarebbe dovuta ricominciare e sarebbe stata rinviata al giorno dopo. Collina decide diversamente, nel secondo tempo il Perugia segnò il gol della vittoria e la Lazio vinse il secondo e ultimo titolo della sta storia. Se tutto questo si fosse verificato a parti invertite ci sarebbero state scene da rivolte sudamericane.

2001: il gol di Nakata. Più sottile ma allo stesso tempo decisivo quanto accadde l’anno dopo. In un sistema serio non si cambiano le regole a campionato in corso. In Italia non ha mai funzionato così, lo si è visto anche la scorsa stagione con la farsa dei punti di penalità assegnati, tolti e riassegnati alla Juventus per le plusvalenze. Il 5 maggio 2001 la Corte Federale decise di punto in bianco di eliminare il limite dei giocatori extracomunitari che potevano scendere in campo: decisione presa pochi giorni prima di Juventus-Roma, finita 2-2 grazie ad un gol del giapponese Nakata, che non sarebbe subentrato dalla panchina se la regola non fosse stata cambiata in corso. Un pareggio che poi risultò decisivo per il terzo e per ora ultimo titolo dei giallorossi.

2006: lo scudetto di cartone. Calciopoli o meglio farsopoli è vicenda nota. Così facevan tutti ma fu punita soltanto la Juventus, la prescrizione salvò gli interisti e assegnò loro lo scudetto del 2006, quello che divenne logico e fisiologico definire lo scudetto di cartone dei prescritti. Nel 2005 e nel 2006 la Juventus rimase in testa in classifica per tutte le partite di entrambi i campionati, 76 in tutto; nel 2006 la finale di Coppa del Mondo tra Italia e Francia aveva in campo più juventini ed ex juventini che tutto il resto. “Quei campionati li abbiamo vinti sul campo. Li abbiamo vinti sul campo e li hanno regalati a qualcun altro”: non manca mai di ricordare Fabio Capello, allenatore della Juventus in quel biennio. Parole sante.

Non serve davvero aggiungere altro: le milanesi raggiungeranno la seconda stella quarant’anni e passa dopo la Juve. Juve che avrebbe meritato di appuntarsi sulle proprie maglie la quarta stella già nello scorso decennio. Mai confondere la cronaca con la storia.

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