E’ un rookie, ma è il primo dei piloti non Ducati nella classifica generale. In MotoGP c’è arrivato facendo la strada lunga e rifiutando quella Honda per cui chiunque altro avrebbe fatto carte false e adesso che è in sella all’Aprilia del Team Trackhouse c’ha messo niente a diventare leader di un box in cui Raul Fernandez stava già da due anni. Signori, Ai Ogura avrà pure i modi garbati e composti tipici dei giapponesi, ma è uno con i cogl*oni quadrati. E l’ha dimostrato anche a Austin, nelle interviste del post gara, parlando del momento di confusione totale in cui è caduta la Race Direction quando Marc Marquez, seguiro da altri piloti, s’è messo a correre a piedi verso il box. Lui, infatti, era rimasto in sella senza muoversi. Non perché non avesse capito ciò che stava accadendo, ma perché aveva fatto già la scelta giusta: provare a partire con le gomme e il set up da asciutto. Ha avuto la personalità di rischiare, c’ha provato sapendo di avere poco da perdere e poi, però, s’è ritrovato con niente in mano. Perché non è stato fatto ciò che invece il regolamento dice, visto che poi la Race Direction ha posticipato la partenza nonostante i presupposti avrebbero dovuto essere diversi e che non c'è stato il ride through che invece è previsto per chi lascia la griglia.

E come ha reagito Ogura? Con quattro parole, quattro sole, che però bastano a descrivere sia lo stato d’animo del pilota giapponese, sia l’imbarazzo di una decisione che resta poco chiara e che qualcuno ha archiviato già alla voce “sudditanza da Marc Marquez”. Sì, perché Ogura, senza polemizzare troppo e ricorrendo alla più estrema delle sintesi, se ne è uscito con un “deciso giusto, vinto niente” che è quasi poesia ermetica. “La nostra scelta – ha poi aggiunto – era stata perfetta. La pista si stava asciugando rapidamente e abbiamo corso il rischio di utilizzare gomme e moto da asciutto, ma il risultato è stato che chi ha fatto le giuste valutazioni non ha ottenuto niente e chi ha fatto le valutazioni sbagliate ha avuto le stesse opportunità di chi aveva scelto giusto”.
Sintetico, chiaro e, probabilmente, anche inascoltato. Ma basta per rendere l’idea di uno che sarà pure un debuttante, ma ha carattere e personalità da guerriero vero, con Ogura che, messa da parte la considerazione, ha poi voluto parlare della sua gara, del risultato ottenuto e di quanto il trovarsi così bene in MotoGP sorprenda ancora anche lui. Chi, invece, oltre non ha voluto andarci è stato Davide Brivio. Il team manager di Trackhouse, infatti, ha masticato tanto di corse, ma ha trovato comunque indigesto il sapore fin troppo amaro di quanto accaduto prima del via del GP di Austin. E non le ha mandate a dire.
“Non siamo soddisfatti del modo in cui è stata gestita la partenza oggi –ha tuonato il manager italiano – Non siamo per niente soddisfatti perché noi abbiamo rischiato e fatto la scelta giusta con Ai. Eravamo sulle gomme giuste, ma, a causa degli altri piloti che lasciavano la griglia, la partenza è stata ritardata. Abbiamo preso il rischio, abbiamo fatto tutto bene ma non c’è stato dato modo di capitalizzare tutti questo. Tuttavia, ancora una volta Ai è riuscito a fare una gran gara e recuperare dalla diciottesima fino alla nona posizione e siamo contenti di questo. E’ la conferma che abbiamo potenziale al di là di ciò che succede intorno”.