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“Lando Norris sta cambiando lo sport come Valentino Rossi”: sì, Fabio Di Giannantonio a Misano sembra davvero “quel bambino” e non solo per il podio nella Sprint

  • di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

14 settembre 2025

“Lando Norris sta cambiando lo sport come Valentino Rossi”: sì, Fabio Di Giannantonio a Misano sembra davvero “quel bambino” e non solo per il podio nella Sprint
Si scrive Fabio Digiannantonio, ma si legge "entusiasmo". Sì, il Diggia a Misano sembra davvero "quel bambino" a cui ha dedicato il casco speciale e che ha ritrovato il gusto della meraviglia per tutto quello che gli succede intorno. Forse senza neanche rendersi conto fino in fondo che il protagonista di tutto questo è proprio lui...

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

Ha fatto il suo, partendo forte davvero e poi giocando d’intelligenza, tenendosi distante da Franco Morbidelli e pure dagli errori che, invece, hanno fatto Marc Marquez e Fabio Quartararo. Risultato? Terzo nella Sprint di Misano, per la prima volta in MotoGP sul podio del circuito che porta il nome di Marco Simoncelli. Per Fabio Di Giannantonio, quindi, è stato un sabato quasi perfetto e, forse, quel podio è solo una delle ragioni. Perché, come ha sintetizzato alla perfezione nel casco speciale realizzato per l’occasione (qui vi abbiamo raccontato già tutto) ha la faccia di uno che sta realizzando tutto quello che aveva desiderato. Compreso ritrovarsi fianco a fianco con grandissimi dello sport, forse senza rendersi veramente conto che ormai anche lui (per il suo di sport) è nell’elite assoluta. L’approccio è quello lì: sto qui, merito di stare qui, ma voglio starci come uno che deve ancora dimostrare tutto. Senza l’affanno patologico del non accontentarsi, ma pure senza l’atteggiamento rassegnato di quelli che “è già abbastanza così”.

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“Oh, c’erano un sacco di persone veloci nel mio box – dice nel media scrum, ancora con la tuta addosso e la faccia di uno che non ha ancora pienamente realizzato d’essere salito sul podio a Misano - Ho conosciuto Lando Norris, è un pilota che ho sempre stimato perché è un figo: è uno degli sportivi che sanno cambiare un po’ il loro sport anche fuori dal campo specifico. Un po’ come Vale: fuori dalla pista. È bello conoscere personaggi così, sono fortunato davvero”. Sì, lo spirito di questo week end è quello di quel bambino che sognava sopra una motina rossa e che ammette l’umana meraviglia di ritrovarsi davvero protagonista di quel sogno adesso che è grande. Adesso che è andato tutto come si sognava, ma con ancora qualche sogno da andare a prendersi. “È proprio il sogno di un bambino che si realizza, correre in MotoGP e salire sul podio nelle gare di casa con una Ducati e nel team di Vale - dice ancora – Il casco che ho indossato racchiude quello che provo: ho avuto senza dubbio caschi più belli stilisticamente, ma questo è bello dentro. Guardate (dice alzandosi la tuta fino a scoprire l’avambraccio per far vedere la pelle d’oca, ndr), ne parlo e mi emoziono.

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Il resto, invece, è cronaca di una gara. Il racconto di un podio conquistato con la testa prima ancora che con il polso destro. “Non è facile partire settimi e pensare di ambire al podio, soprattutto in una pista dove si supera difficilmente come Misano – racconta - Però sono partito bene, avevo Quartararo davanti che girava un po’ più piano di me e ho perso un po’ di tempo per cercare di passarlo, ma non volevo fare errori e rischiare di finire a terra entrambi. Poi è caduto e è caduto anche Marc, ma non ho mai potuto allentare. Alla fine Franky spingeva tanto e non mi ha lasciato spazio, sono super contento perché l’abbiamo portata a casa. Questo è il mio primo podio a Misano, sono contento e concentrato per domani”. Tenere d’occhio quelli davanti, quindi, e a bada quello dietro. Che poi è anche il compagno di squadra e è un altro di quelli che ci tenevano davvero a fare bene a Misano, sulla pista di casa e sotto gli occhi di Valentino Rossi.

“Franco mi ha messo sotto pressione – conclude il Diggia - volevamo ovviamente fare entrambi il podio perché sappiamo la differenza che c’è tra fare terzi e quarti. Mi aspettavo che spingesse e lo ha fatto, mentre io ho provato a fare il mio ritmo cercando di non perdere terreno da quelli davanti. È stata una gara complicata: senza sorpassi ma davvero tosta. Nel box abbiamo lavorato tanto sull’elettronica con le mappe in frenata, ma secondo me ho fatto io degli errori chiedendo delle cose sbagliate e in gara ho fatto degli errori perché continuavo a cambiare mappe per trovare quella che funzionasse meglio. In un giro, in particolare, ho frenato tardi con la mappa sbagliata e non ho preso la corda al punto giusto. La gara lunga di domani? Voglio solo fare il mio e mettermi a mio agio per fare tutti e ventisette i giri, che sono tanti qui a Misano. Voglio fare del mio meglio e poi vedremo a fine gara dove sarò”.

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