Il Balance of Performance, BOP, è un insieme di regolazioni tecniche stabilite dalla FIA e dall’ACO con l’obiettivo di uniformare le prestazioni di vetture con caratteristiche molto diverse tra loro, garantendo così una competizione più equilibrata. È questa la definizione dello strumento che, nel mondiale endurance, affascina e al tempo stesso genera confusione tra appassionati e addetti ai lavori. La prima cosa che si impara, quando ci si avvicina a questo lato del motorsport, è proprio questa: una volta compreso come funziona il BoP, si inizia davvero a leggere e interpretare tutto il resto della competizione. Ma ad Interlagos, in occasione del quinto round del WEC, sembra che il BoP abbia assunto un ruolo diverso dal solito. In questo caso, più che livellare le prestazioni tra le Hypercar, pare abbia avuto l’intento di riaprire un campionato che rischiava di chiudersi con largo anticipo.

Nel mirino c’è la Ferrari 499P, protagonista assoluta di questa stagione del WEC che finora ha dominato: dalla prestazione stellare nel round inaugurale in Qatar, passando per la vittoria iconica a Imola, fino alla storica tripletta a Spa-Francorchamps. Anche a Le Mans, la rossa non ha fatto eccezione, conquistando un’altra vittoria. E non si può parlare semplicemente di un BoP favorevole: il merito va soprattutto al lavoro del team di Antonello Coletta, che dopo due anni di esperienza con la 499P sembra aver trovato la chiave per sfruttarne tutto il potenziale. Certo, va detto che per alcuni il BoP è stato decisamente più severo, al punto da impedirgli di lottare per risultati di vertice. Tuttavia, dopo quanto accaduto a San Paolo, la questione rischia di trasformarsi in una vera e propria polemica, con riflessi piuttosto delicati sul clima del campionato.
In Brasile, l’unica Ferrari a raggiungere la zona punti è stata quella del team AF Corse non ufficiale, guidata da Robert Kubica, Phil Hanson e Ye Yifei. Le due vetture ufficiali, invece, si sono dovute accontentare dell’11° e 12° posto. Un risultato sorprendente, quasi inspiegabile, se si considera che la 499P ha dominato la stagione fino a questo momento. È naturale, quindi, chiedersi come una macchina capace di vincere su ogni tipo di tracciato possa improvvisamente faticare persino a entrare nei primi dieci. Certo, se si segue lo spirito del Balance of Performance, un intervento era inevitabile: senza correttivi, la Ferrari avrebbe probabilmente chiuso il campionato con largo anticipo. Ma un cambiamento così drastico rischia di minare l’equilibrio stesso che il BoP dovrebbe garantire, rendendo difficile un eventuale recupero. Nonostante il risultato di Interlagos, la Ferrari è ancora in testa al campionato, ma con il round del COTA, la "Lone Star Le Mans", previsto a inizio settembre, la situazione potrebbe rapidamente peggiorare se non dovesse cambiare nulla. Per il Cavallino, il rischio di vedere sfumare tutto quanto costruito finora è concreto.

Per l’Italia, la 6h di San Paolo non è stata certo una gara da ricordare. Anche la vettura di Valentino Rossi, la BMW M4 GT3 del Team WRT ha faticato non poco, concludendo in 10ª posizione dopo una gara davvero difficile. D'altro canto, per i tifosi brasiliani presenti in circuito, la giornata ha avuto un sapore speciale. La gioia più grande è arrivata grazie a Eduardo Barrichello, il primogenito di Rubens Barrichello, ex pilota di Formula 1 con la Ferrari. “Dudu” ha prima conquistato la pole position e poi è riuscito a portare a casa il primo podio della stagione con l'Aston Martin del team Racing Spirit of Leman. Un risultato che sicuramente rimarrà nella storia per il motorsport brasiliano.

