Quasi tre anni: 1042 giorni per la precisione. E’ dall’ottobre del 2021 a Misano che Marc Marquez non metteva i suoi stivali sul gradino più alto del podio e c’è riuscito oggi, per la prima volta in sella alla Ducati del Team Gresini (che invece a vincere ci riesce ogni anno da quando è tutto azzurro), e con una superiorità imbarazzante rispetto a tutti gli altri. Tanto da far passare per normale e scontata una vittoria che, invece, mancava da una vita e che al MotorLand è finita quasi “non considerata” solo perché ampiamente annunciata. Annunciata da cosa? Da tutto quello che Marc Marquez ha fatto vedere sin dal venerdì di prove: davanti sempre, con tanto di record del tracciato, turni dominati con distacchi assurdi e pole conquistata dando più di otto decimi al secondo. Tanto che alla fine, dopo le prime inquadrature di rito nelle prime curve, il 93 s’è ritrovato lasciato solo pure dalle telecamere, con la regia internazionale che ha dato talmente per scontata la sua vittoria da concentrarsi principalmente sulla lotta di centro gruppo. Viene da dire, insomma, che insieme a Marc Marquez sul gradino più alto del podio, è tornata anche la noia in MotoGP.
Sì, perché anche il resto del podio è stato abbastanza scontato, con Jorge Martin bravissimo a tenere botta e a capitalizzare da subito la pattinata di Pecco Bagnaia in partenza, oltre che a liquidare in poche curve la pratica Pedro Acosta, che ha chiuso al terzo posto. Appena fuori dal podio l’altra Ducati del team Gresini di Alex Marquez e l’Aprilia Trackhouse di Miguel Oliveira, che hanno preceduto la KTM di Brad Binder e la Ducati di Enea Bastianini. E Pecco Bagnaia? Solo nono, dietro anche a Fabio Quartararo, e alle prese, probabilmente, con un treno di gomme che l’ha fatto diventare matto dopo una partenza a altissimo rischio a causa dell’asfalto sporco su quel lato della pista. Lo sguardo del due volte campione del mondo al tecnico di Michelin che lo aspettava nel box dopo la bandiera a scacchi dice tutto e probabilmente anche molto più di tutto. Il resto lo ha detto Davide Tardozzi: “Ok quello che è successo in partenza, ma c’è stato altro. Il problema è stato un altro. Cercheremo di capire". Ma non è questo il tema del momento, visto che comunque c’è un vincitore a cui rendere onore.
Un vincitore che a dire il vero sembra non essersela neanche goduta, almeno a giudicare dalle parole affidate a Simon Crafar nel parco chiuso: “La gara vera è domani. Sono contento, ovviamente per me e per il Team Gresini, ma dobbiamo restare concentrati su domani”. Vuole tutto il bottino e non ci pensa per niente a accontentarsi. Anche perché Marc Marquez nella Sprint di Aragon ha dato la sensazione di aver vinto amministrando, nonostante i quasi quattro secondi rifilati a Jorge Martin. A raccontare l’emozione, però, ci hanno pensato le parole, e soprattutto gli occhi, di Nadia Padovani. Sono gli occhi di una mamma che ne ha fatto rinascere un altro, forse il più difficile da far rinascere dopo Enea Bastianini nel 2022 e Fabio Di Giannantonio nel 2023.
Marc Marquez, di fatto, ha confermato in questo sabato di Aragon qualcosa che gli addetti ai lavori dicevano da un pezzo: il mondiale non sarà solo una lotta a due tra Pecco Bagnaia e Jorge Martin. A proposito di Jorge Martin, comunque, c’è da dire che il giovane spagnolo di Pramac ha ritrovato la vetta della classifica generale e nei primissimi giri ha pure provato a agganciare la ruota del 93, fino a rendersi conto da solo che oggi sarebbe stato impossibile anche solo pensare di prenderlo. Quanto al resto della gara, da segnalare l’uscita di scena al primissimo giro di Aleix Espargarò e Johann Zarco e quella, poco dopo, di Franco Morbidelli.