Servizi come questo saranno sempre più importanti nella MotoGP dei prossimi anni: cinque minuti a fiamma alta per la gente, per il bar. Se a farlo è Marc Marquez poi, le cose non possono che funzionare. Dorna ha piazzato lo spagnolo davanti a una telecamera e non ha finto nemmeno di voler sapere tutto da lui, andando invece a pescare esattamente quello che serviva: il grande ritorno e il rapporto con Bagnaia. Marc, che a fine stagione lascerà la Gresini Racing - che lo sta già salutando a modo suo, col cuore e gli occhi lucidi - parla così del suo 2024: “Per me la scommessa che ho fatto l’anno scorso ha già pagato. Se fosse andata diversamente a questo punto avrei già annunciato il ritiro. Un anno fa avevo molti punti di domanda in testa, tanti dubbi. Ora tutti questi dubbi sono spariti e sono tornato competitivo. Non diciamo come prima, come nel 2019, diciamo che sono a un livello competitivo che per me è abbastanza per continuare a spingere, a lavorare e soprattutto ad avere quelle sensazioni speciali che puoi sentire in MotoGP”.
Tutto, spiega poi nell’intervista pubblicata da Dorna, ruota attorno a quelle sensazioni lì, che di solito vengono accompagnate con una bottiglia di Prosecco: “Abbiamo assaporato di nuovo la vittoria, il podio e quell’intensità particolare che senti quando lotti per vincere, che è diversa dal resto. Quando stai lontano da quelle sensazioni per tanto tempo inizi a scordarle, ma quando lo senti di nuovo… dopo le vittorie di Aragon e Misano volevo di più. È come una droga, sai? Vuoi di più, di più di più. Queste vittorie me le sono godute, mentre in passato era tutto normale. Ora abbiamo capito che le vittorie non sono la normalità e questo fa sì che la tua mentalità cambi, cominci a capire le cose in un altro modo. La vittoria ti regala tanta confidenza, dopo tre o quattro anni passati a soffrire e dopo il quarto intervento al braccio e senza aver raggiunto un buon risultato cominci a perdere fiducia in te stesso, ti fai delle domande: è la moto, sono io, è la condizione fisica… Un po’ alla volta devi rispondere a queste domande e sì, ritrovare quella confidenza con i podi, le belle gare, le pole position, le vittorie Sprint e poi la domenica è stato cruciale”.
Chiuso il tema del rientro, che lo ha tenuto impegnato per metà stagione, si apre quello del ritorno, ovvero la sfida per il titolo mondiale che, per molti, sarebbe dovuta iniziare già da quest’anno. “So che per il campionato sarebbe bello se dicessi che l’anno prossimo vado a vincere”, ha esordito Marc. “Lo so, ma non è così che mi sento. Penso che dovrò fare un passo alla volta, ci sarà pressione e le aspettative sono alte… quando ho annunciato che avrei guidato per il Team Gresini in molti hanno detto che con la Ducati avrei vinto ogni gara e io ho risposto che non sarebbe stato così, avevo ragione: mi ci è voluta metà stagione per trovare una vittoria. L’anno prossimo, con la moto più competitiva in griglia, sarà più facile lottare per quella vittoria, ma non sarà facile in generale”.
A questo punto Marquez comincia a parlare di Pecco Bagnaia, che probabilmente avrà un gran piacere ad affrontare senza il numero uno sul cupolino: “Pecco sarà il riferimento nel nostro box e il mio obiettivo è quello di aiutare il team e stare vicino al livello di Pecco. Spero e credo che entrambi lotteremo per il titolo, vorrebbe dire che saremo super competitivi e che abbiamo la moto migliore”.
Sì, nonostante le concessioni date agli altri team, al mercato piloti e alle due moto in meno con cui Ducati potrà lavorare, Marc è convinto che i bolognesi continueranno ad avere un vantaggio almeno per un po’: “Io credo molto in Ducati e credo molto nelle persone di Gigi Dall’Igna, credo che avremo la moto migliore nei prossimi due anni. Poi non si sa mai, perché così è la competizione. Però con Pecco abbiamo una buona relazione professionale. Che vuol dire? Provare ad aiutare la Ducati e migliorare la moto, provare a vincere il titolo - io o lui, lui o io - e so che molta gente ha grosse aspettative, ma gli anni passano per tutti”.
Non manca, a questo punto, un riferimento agli anni che passano e ai nuovi che arrivano, a partire da Pedro Acosta che nonostante tutte le difficoltà del caso è quinto in campionato e primo tra i piloti che non guidano una Ducati: “Arrivano giovani con un ottimo livello e questo è lo sport, voglio dire… hai il tuo periodo, poi con gli anni arriva un altro periodo in cui cominci a calare e la gente inizia a batterti. Vediamo se riusciremo a mantenere più a lungo la nostra competitività. Uno o due anni fa in molti, tra cui mi metto anche io, credevano che il mio tempo fosse finito. Non era così, perché ho preso la mia decisione e quando un giorno mi ritirerò non voglio farlo con dei rimpianti: avrò provato tutto quello che è nelle mie possibilità per sentirmi competitivo e vincere e lottare ogni anno”.