La prima medaglia d’oro italiana ai Mondiali in Giappone è sua. Mattia Furlani è il miglior saltatore in lungo del mondo. La sua è una disciplina individuale, ma Furlani ha parlato al plurale: “La nostra vittoria”. Perché se lui è arrivato lì è anche merito del suo team, della famiglia e della mamma, che è anche allenatrice. Il più classico dei discorsi post vittoria tutto italiano. “Ringrazio anche un po' me stesso”, ha detto il campione, “anche se il lavoro è ancora tanto e spero sia solo l'inizio. Faccio ciò che amo fare, ed è la cosa più bella di tutte, anche dell'oro. Grazie a tutta l'Italia: questa medaglia è per tutti voi”. Furlani ha saltato 8.39, suo primato personale, superando il giamaicano Gayle e il cinese Shi, rispettivamente “fermi” a 8.34 e 8.33. L’atleta italiano ha solo 20 anni ma conta già una medaglia di bronzo olimpica, vinta a Parigi 2024, e un altro oro mondiale nella manifestazione indoor di Nanchino. Neanche il tempo di festeggiare la vittoria più prestigiosa della carriera che la madre subito lo riprende: “Rimetti il numero, è passibile di sanzione”. Mattia se lo era tolto per mostrare a tutti il suo nome. Se ne ricorderanno, ce ne ricorderemo.

In questi Mondiali abbiamo visto la delusione delle due stelle dell’atletica azzurra maschile: Gianmarco Tamberi si è fermato in semifinale, fallendo la misura di 2.33; Marcell Jacobs ha a sua volta mancato l’accesso alla finale. Il primo ha detto: “mi sento uno schifo”. Il velocista, invece, è stato addirittura più drastico: “Devo prendermi un po' di tempo per capire se ne vale la pena di continuare a soffrire”. L’aria è quella delle decisioni forti per Jacobs. Tamberi dal canto suo ha chiarito che l’obbiettivo resta Los Angeles 2028. Il saltatore è convinto di essere meglio di così e di poter dare ancora il suo contributo a questa Nazionale non solo come leader e capitano, ma anche come atleta competitivo. Ora c’è un altro nome da aggiungere a quello dei più forti. Mattia Furlani è medaglia d’oro, il campione del mondo.

