Invincibile, intoccabile, imprendibile. Max Verstappen e la sua Red Bull sono sulla cresta dell'onda della Formula 1 in un periodo d'oro per l'accoppiata del toro che sembra avere tutte le carte in regola per poter proseguire la striscia positiva dei successi ancora per lungo tempo. Un risultato che niente è riuscito a scalfire: non le polemiche dopo Abu Dhabi 2021, le proteste della Mercedes, gli attacchi dopo il caos budget cap, il patteggiamento con la FIA e la relativa sanzione.
Max prosegue la sua corsa verso il successo quasi non venisse toccato da niente lungo la strada, continuando a competere, vincere, collezionare record e titoli. L'ultima prova della sua striscia vincente arriva in Messico, nella sera italiana di una sessione di qualifiche serratissima, che l'olandese è riuscito a chiudere con l'ennesima pole position, mettendosi nella miglior posizione possibile per il via del Gran Premio all'Autodromo Hermanos Rodríguez.
Dopo le qualifiche però il due volte campione del mondo non si è presentato alle tradizionali interviste con Sky Sport, negandosi all'emittente sportiva. A spiegare la situazione è stato Carlo Vanzini nel corso di Paddock Live Show: papà Jos Verstappen avrebbe vietato al figlio di partecipare alle interviste con Sky in seguito a un commento di un giornalista di Sky Sports UK che avrebbe definito il titolo mondiale dell'olandese nel 2021 come "immeritato" dopo le controversie del budget cap. Dopo queste parole il padre di Max, uomo che lo ha accompagnato in tutta la crescita in pista fino all'arrivo in Formula 1 a soli diciassette anni, avrebbe quindi detto al figlio di non prendere più parte a nessuna intervista dell'emittente fondata da Rupert Mardoch e, proprio per questo motivo, dopo le qualifiche del Messico il pole man non è apparso ai microfoni di Sky.
Una scelta che fa discutere e che fa porre molte domande sul rapporto tra Max e Jos Verstappen: si è a lungo parlato dei trascorsi dei due, con il celebre abbandono in autostrada di Max da parte di Jos dopo una sconfitta in pista e con la fedina penale del padre del campione olandese, accusato di molestie e violenza domestica. Un rapporto che ha più volte privato Max della libertà di agire e comportarsi, nel box e davanti alle telecamere, con piena indipendenza e che potrebbe essere, in questo momento della carriera di Verstappen, l'unico punto nero in un periodo di grande successo.
Il cliché del "padre manager" che porta il figlio fino alle porte della Formula 1 e che non riesce a scindere i ruoli, finendo per schiacciare il pilota, rompendo così inevitabilmente il rapporto, è qualcosa di ormai noto nel mondo dello sport e del motorsport in particolare. Una storia che si ripete e che trova il suo più celebre esempio in Lewis Hamilton, arrivato al punto di rottura definitivo con il padre Anthony fino a licenziarlo dal ruolo di manager dopo anni di collaborazione. Una scelta che ha pesato enormemente sulla vita personale e la carriera del sette volte campione del mondo, riuscito a riallacciare i rapporti con il padre solo dopo anni di screzi e incomprensioni.
La storia si ripete, ci insegna lo sport. E quella di vietare al figlio Max le interviste con Sky Sport è solo l'ennesima prova di un rapporto padre-figlio che assomiglia pericolosamente a ciò che abbiamo già visto rompersi in Formula 1 e non solo. Starà a Max trovare la forza di imporsi con il padre e a Jos l'intelligenza di non pesare sulle spalle del figlio. Ci riusciranno? Solo il tempo lo saprà dire.