Semplicemente non potevano. Non potevano fare le valigie dopo solo tre partite disputate in quel di Quezon City, nelle Filippine. Gli azzurri della nazione maschile maggiore di volley dovevano proseguire il proprio percorso al Mondiale 2025, ed esplorare anche Pasay, innanzitutto per un motivo d’orgoglio. Anzi, due. E infatti il loro viaggio continua, con uno schiacciante 3-0 inflitto questo pomeriggio agli avversari ucraini. Ma cominciamo dalla cronaca dei giorni precedenti.
La 2025 FIVB Men's Volleyball World Championship, organizzata nel Paese del sud-est asiatico, sta vedendo coinvolte 32 nazioni da tutto il mondo. Il formato è piuttosto semplice, e ricalca quello del vecchio Mondiale di calcio: squadre divise in otto gironi da quattro squadre, da disputarsi all’italiana, per poi far affrontare le prime due di ognuno di essi in un tabellone tennistico a scontro diretto.
I ragazzi di coach Fefè De Giorgi, gli italiani, sono stati sorteggiati insieme ad Algeria, Belgio e Ucraina nel girone F. Se la kermesse sembrava essere cominciata in discesa, con un 3-0 secco inflitto ai rappresentanti della patria del nord Africa, una schiacciata in pieno volto ha poi stordito gli azzurri contro i belgi. Sotto 2-0, rimonta completata con il 2-2, e incontro perso al tie-break per 13-15. Dopo due giornate complete la classifica recitava: Belgio 5 punti, Italia 4, Ucraina 3, Algeria 0. Ma con un calendario thriller: Italia-Ucraina con loro n° 17 nel ranking mondiale e nulla da perdere, e noi secondi nel ranking obbligati a vincere. Tradotto: spareggio da far tremare le vene e i polsi. Chi vince è agli ottavi, chi perde è a casa.

E vi sentireste davvero così sicuri di poter giubilare dell’esclusione di Cuba a beneficio del Portogallo, della Germania a vantaggio della Bulgaria, e del Brasile per far spazio alla Repubblica Ceca? D’altro canto, come recita un vecchio adagio popolare: “Se stanno là, un motivo ci sarà”. L’Italia però potrebbe avere raccolto da questa fase a gironi un beneficio inaspettato, quello che deriva dalle cadute che non provocano fratture: il vaccino alla presunzione e alla sufficienza. Quell’anticorpo che è già diffuso in chi sa che deve compiere un’impresa sin dall’inizio, ma talvolta assente in armate più equipaggiate, che se stroncate dalla protervia finiscono per lasciare gli altri a contendersi il titolo.
Se l’Italia avrà imparato la lezione, non ci sono dubbi: è una delle tre grandi pretendenti alla massima competizione per nazionali di questo sport. A parlare sia da subito il campo: domenica 21 settembre alle 9.30 italiane la prima prova. Stavolta non si ammettono repliche.
