In sette minuti ha cambiato la storia di una partita, del suo debutto in serie A e, forse, della sua carriera. Romano Floriani Mussolini si è presentato al massimo campionato di calcio italiano mostrando qualità e carattere, come uno di quelli che resta nel tempo. Decisivo in campo e deciso fuori quando, alla fine della gara si è trovato per la prima volta di fronte ai microfoni delle tv nazionali. Ha parlato da veterano, come un uomo. Pacato e preciso nelle risposte, con una personalità bella definita per i suoi 22 anni. Era l’ultima carta a disposizione dell’allenatore Davide Nicola quando, all’83’, aveva deciso di mandarlo in campo al posto di Zerbin. Voleva provare a vincere una partita che si era complicata. Il risultato era sul 2-2 e la Cremonese rischiava di mordersi le mani per essersi fatta rimontare dal Sassuolo, nonostante un iniziale vantaggio di due gol. Floriani Mussolini è entrato in gioco come fanno i più grandi, cambiando il risultato. I cosiddetti game changer. Al primo pallone toccato ha mandato in porta Okereke che l’ha buttata dentro. Peccato per un piccolo fallo segnalato dall’arbitro che ha deciso di annullare il gol. Niente paura, il ragazzo si è messo in volo sulla fascia e nessuno è riuscito sa prenderlo. Nei minuti di recupero ha addirittura rubato una palla in area di rigore a Fadera che lo ha steso: rigore. Sul dischetto si è piazzato Manuel De Luca che ha battuto il portiere del Sassuolo. Risultato finale: 3-2 in favore della Cremonese che ha deciso di continuare a sognare al primo posto della classifica, dopo l’exploit anche in casa del Milan.

Poi c’è il sogno questo ragazzo che la sera del 29 agosto la aspettava da quando era un adolescente. Perché, se la prima partita in serie A di un calciatore ha sempre un sapore speciale, quella di Romano Floriani Mussolini si è arricchita di curiosità per la sua storia: bis nipote del Duce e figlio dell’ex senatrice Alessandra Mussolini e nipote di Sophia Loren. Pressione mediatica che ha saputo gestire e trasformare in motivazione, da sempre. Già nella passata stagione, quando indossava la maglia del Juve Stabia in serie B, spesso gli era stata fatta la domanda sul cognome Mussolini che, fino all’anno scorso, portava anche sulla schiena: “Il mio cognome è pesante per altri - aveva dichiarato - io penso solo al campo. A me non ha mai creato problemi”. Nonostante ciò, con la Cremonese in serie A ha deciso di giocare con il nome di battesimo, Romano, sopra il numero 22 che identifica la sua età. Una scelta - ha spiegato - “per evitare le polemiche”. Si va avanti, con un sogno da inseguire che non ha mai nascosto anche quando diventava grande nelle giovanili della Lazio: giocare in serie A e indossare la maglia della nazionale azzurra. La stoffa è quella giusta e la penuria di talenti di questa generazione potrebbe rappresentare un’opportunità. È vero, Romano Floriani Mussolini ci dice sempre di pensare al campo, forse dovremmo farlo anche noi, ma è la storia che ci viene a cercare in un turbolento sabato 30 agosto 2025, la ricorrenza dei 100 anni della fondazione del paese di Predappio. Da Mussolini a Mussolini, che un secolo dopo potrebbe indossare la maglia della nazionale azzurra di calcio.
