Il Gran Premio d'Ungheria è stato probabilmente il punto più basso della fin qui ottima stagione di Johann Zarco sulla Honda del Team di Lucio Cecchinello. Diciottesima posizione in qualifica, travolto nella Sprint da un errore di Enea Bastianini (che a sua discolpa, dopo essere stato centrato da Fabio Quartararo, aveva l'abbassatore posteriore bloccato), grande rotolata nella ghiaia nella seconda metà della gara domenicale, quando il francese ha perso l'anteriore in percerrenza della velocissima curva 7, che un mese fa aveva tradito (anche qui, fortunatamente, senza conseguenze) Alvaro Bautista in SBK. Su quello che per molti sarebbe solo un weekendaccio da dimenticare, Johann ha calcato la mano. Quasi come se nella sciapa e sfortunata prestazione del Balaton Park il pilota più esperto della MotoGP avesse individuato un boccone amaro impossibile da mandare giù senza battere ciglio. Più per la situazione contigente che per il fine settimana di per sé deludente.

"Dato che ottengo risultati da molto tempo - ha dichiarato Zarco dopo la gara di Balaton - la Honda ha deciso di non apportare troppe modifiche alla mia moto, pensando che possa bastare il materiale di cui già dispongo. Devo accontentarmi del materiale esistente. Da alcune gare, la nostra moto è diversa da quella dei piloti HRC, poiché hanno aggiunto alcune nuove parti che possono utilizzare. Non so esattamente quali, perché non sono coinvolto nei dettagli tecnici, ma è chiaro che sta diventando sempre più difficile per me stare con loro. Noi siamo stagnanti, loro stanno progredendo. Vedere questo crea frustrazione, nervosismo, e tutto ciò si riflette durante i weekend".

Il nervosismo di Johann non è sicuramente campato per aria. Quest'anno, prima che la sua stagione subisse un lento decrescendo nei risultati, ha piazzato una vittoria a Le Mans e un secondo posto a Silverstone pesanti come dei macigni. Con 42 punti di vantaggio su Luca Marini (che, va detto, causa infortunio a Suzuka ha saltato tre gare) e 68 su Joan Mir (che, per onor del vero, quest'anno è finito a terra 5 volte per responsabilità non sue), il francese è il miglior pilota Honda per distacco. Per la Casa madre, oltretutto, ha partecipato alla Otto Ore di Suzuka in coppia con Takahashi, in quelli che noi abbiamo definito "straordinari d'agosto". Johann a 35 anni non ha solo svolto un lavoro extra, ha vinto forse la gara più importante dell'anno per i dirigenti di Asaka. Scontato concludere che il numero 5 potesse aspettarsi un po' di riconoscenza in più da parte di HRC, che invece per il 2026 ha rinconfermato nel team ufficiale la coppia attuale senza ancora garantire un trattamento factory a Johann nel Team LCR, dove verrà porbabilmente affiancato dal brasiliano Diogo Moreira.
Incalzato dai microfoni dell'emittente francese Canal Plus durante il weekend ungherese, Johann ha calato le sue ragioni in maniera ancor più diretta: "Voglio essere il pilota numero 1 di Honda, sarebbe logico se diventassi il pilota numero 1 di Honda, ma vedo che vengono prese in considerazioni altre cose extra pista. Con Martín che ha confermato di restare con Aprilia, penso che Honda adesso debba prendere una posizione. Io voglio arrivare nel team ufficiale, ma soprattutto voglio essere il primo pilota di questo marchio incredibile. Il fatto che io parli con tanta sincerità potrebbe sembrare una mancanza di ambizione e di voglia di continuare a combattere, ma è soltanto sincerità".