Scuffia. Si diceva anni fa per definire un innamoramento di quelli repentini e potentissimi che portano a volte anche a scelte incomprensibili ai più per arrivare alla persona che si desidera. E alle “scuffie” è venuto da pensare qualche giorno fa, leggendo le parole del team manager di Pramac, Gino Borsoi, secondo cui Gigi Dall’Igna sembra “invaghito” quando parla di Marc Marquez (qui il nostro articolo). L’ingegnerissimo della Ducati è, secondo le voci che girano nel paddock tra gli addetti ai lavori e i ben informati, quello che ha spinto più di tutti per portare l’otto volte campione del mondo nel box del Team Lenovo per il 2025 e 2026, accettando anche di rinunciare al talento di Jorge Martin (a quello di Enea Bastianini e Marco Bezzecchi, con tutta probabilità, ci avrebbero rinunciato anche se le cose fossero andate diversamente).
Marc Marquez? Inimitabile, incontenibile, disarmante!
Una scelta che ha inevitabilmente diviso gli appassionati e anche gli stessi tifosi della Ducati, ma dopo Phillip Island diventa difficile pensare che l’ingegnerissimo di Borgo Panigale possa aver preso una cantonata o essere vittima di una sorta di innamoramento (sportivo) adolescenziale. E a sottolineare quello che Marc Marquez ha fatto in Australia è stato lo stesso Dall’Igna, nell’ormai consueta analisi del fine settimana di gara che affida a Linkedin. “Marc – scrive – si è scatenato come quando sente il profumo della vittoria. E a ribadito, ammesso che ce ne fosse stato il bisogno, di essere davvero tornato lassù al vertice. Lo ha fatto nel suo modo inimitabile, dopo un’incredibile rimonta che lo ha portato subito, con un’autorevolezza disarmante, a ridosso dei primi e poi al duello con Jorge Martin”.
Inimitabile, incredibile, disarmante. Termini a cui Dall’Igna ricorre raramente e che raccontano, quindi, quando l’otto volte campione del mondo sia riuscito a convincerlo ancora una volta che la scelta fatta da Ducati è stata più che giusta. “La vera misura della sua forza sta nell’essersi ripreso subito da quella partenza molto sfortunata, fino a imporsi come il winner takes all”.
Jorge Martin? Maturità adeguata, ma non senza lottare
Non significa, però, che per Gigi Dall’Igna esiste solo Marc Marquez e, anzi, l’ingegnere italiano si dice più che contento per il successo di Ducati in Australia, visto che mai in questa stagione era successo di occupare tutte le sei prime posizioni al traguardo. “E’ vero che Martin aveva più da perdere rispetto a Marquez – ha aggiunto – Ma nonostante questo Jorge ha comunque cercato di imporsi, con grandi meriti ma non a tutti i costi. Ha fatto una buona partenza e è rimasto davanti fino agli ultimi giri, senza tirarsi indietro quando si è trattato di ingaggiare una lotta entusiasmante con Marc, ma accontentandosi, dopo aver dato tutto, di conquistare punti, con la maturità adeguata. Sale così a +20 su Pecco”.
Pecco Bagnaia? Un fine settimana mediocre, ma...
Al di là dei colori e dell’addio a fine stagione, quindi, Dall’Igna ribadisce che Jorge Martin è a tutti gli effetti un pilota Ducati e, anche senza ripeterlo, che non ha senso ipotizzare interferenze nella lotta tra lui e Pecco. Un Pecco che, come ha scritto l’ingegnere, ha avuto un fine settimana mediocre. “E’ mancato qualcosa – ha ammesso – in una pista che gli è ostile: non ha mai trovato veramente il feeling con la moto e con il tracciato. Il tutto condizionato anche dal meteo di venerdì. Condizioni che gli hanno impedito di svolgere le prove previste per ottimizzare l'assetto su un circuito con un nuovo asfalto, e di metabolizzare gli automatismi necessari per esprimersi al meglio. Ha corso in difesa, facendo tutto quello che poteva, lottando con i primi finché ha potuto e poi perdendo terreno poco a poco, soprattutto nell'ultima parte della gara. Ma è proprio in queste situazioni che emergono i tratti di un combattente, di qualcuno che riesce a limitare i danni anche quando tutto sembra cospirare contro di lui. Ha fatto molto bene, salendo su un podio importante: nonostante non ci fosse più niente da fare è riuscito a dire la sua e a stare a ridosso di quelli davanti”.
Fabio Di Giannantonio? Fa ben sperare per il futuro!
La sfida è apertissima, quindi, e Dall’Igna sembra certo che il vincitore degliultimi due titoli mondiali lotterà fino all’ultimo per provare a togliere la leadership a Jorge Martin, anche se entrambi dovranno fare i conti con Marc Marquez, oltre che con tutti gli altri avversari. Chi, invece, in Australia ha vissuto il penultimo GP della sua stagione è stato Fabio Di Giannantonio, che dopo la Thailandia si opererà alla spalla e non tornerà in sella prima del 2025. A Phillip Island ha chiuso quarto, confermando la crescita e confermando a Dall’Igna che la scelta di affidare proprio a lui l’altra Desmosedici ufficiale disponibile per la prossima stagione è stata giusta almeno quanto quella fatta su Marc Marquez. “Vanno fatti i complimenti a Diggia per la sua gara, fa ben sperare per il futuro – ha concluso l’ingegnere della Ducati – La sua è stata un'ottima prestazione: partito dalla dodicesima posizione in griglia ha chiuso con un promettente quarto posto. Nel gruppo di testa, veloce e tenace: con una qualifica migliore non è detto che non sarebbe andata ancora meglio. Lo ricordo proprio a Phillip Island l'anno scorso con il suo primo podio in MotoGP. Ma giusto il tempo di riflettere sulla gara in Australia che per tutti noi è già tempo di pensare all'asfalto tailandese: un'altra pagina da scrivere, pregustando un traguardo da assaporare”.