Dopo una prima fila tutta italiana in qualifica era lecito aspettarsi, dalle gare di Misano, almeno una vittoria il sabato nella Sprint, magari davanti a un paio di spagnoli che il ritmo per stare davanti lo avevano. Invece Jorge Martín vince la medaglia e Marc Marquez il trofeo, con Pecco Bagnaia secondo in entrambe le occasioni.
Pazienza, succede. Le gare, tutte quante, sono state bellissime, anche se un vecchio giornalista spagnolo ci ha chiesto se a Misano abbiamo perso l’Inno di Mameli in fondo a qualche cassetto. Vedere Marc Marquez vincere due gare in fila è speciale lo stesso, perché di ritorni come questo in MotoGP non se n’erano mai visti. Eppure molta gente non era proprio d’accordo: quando Marc - che guida una moto italiana per un team italiano - è salito sul podio la gente ha cominciato a fischiare. Non come qualche anno fa, certo, ma più di quelli al WDW di luglio dopo la sportellata a Niccolò Bulega.
In un attimo Pecco Bagnaia ha chiesto alla gente di smettere, di non fischiare l’uomo che lo aveva appena battuto e che adesso farà l’impossibile per rendergli la vita un inferno. Parliamoci chiaro: a Bagnaia non sta simpatico Marc Marquez, probabilmente sarebbe più felice di dividere l’aria con un autoarticolato a gasolio dell’84. Ed è così per una questione sportiva, quindi legata ai risultati, ma pure per un qualcosa di più umano, inevitabile considerando che Pecco viene letteralmente dalla scuola di Valentino Rossi. Magari suonerà retorico, eppure è proprio questo a rendere grande Bagnaia: puoi odiare il tuo avversario, augurarti che vada in crisi e che si ritiri per mancanza di risultati, eppure il rispetto ha un valore più grande. Ed è veramente così, non è una favoletta per mettere a letto i bambini.
Poco più tardi, mentre suona l’inno spagnolo, i tifosi cominciano a intonare cori per Bagnaia, che in tutto questo dev’essersi reso conto dell’enorme crescita della sua fanbase rispetto all’anno scorso. La gente urla “Pec-co; Pec-co; Pec-co” e lui, ancora una volta, fa un gesto chiedendo di rispettare l’inno spagnolo. Stavolta però non c’è niente da fare, il pubblico non si calma e a quel punto Bagnaia decide di incitare la sua gente col pugno alzato e un sorriso in faccia: giusto così, è il bello delle corse.