Se Jorge Martín ha tanti tifosi come il bimbo inquadrato oggi, nel sabato di Assen, è perché rappresenta bene l’immagine del combattente sanguigno, diretto, forte. E se la corrida non fosse così divisiva, più che Martinator sarebbe Matador. Lo vedi in conferenza stampa, quando parla chiaro sulle scelte di Ducati che gli ha preferito Marc Marquez, ma lo vedi anche in gara, nella Sprint, dove ha dimostrato di saper reagire a un weekend difficile come solo i migliori sanno fare.
Le prime parole dopo il secondo posto del sabato, in cui il podio ha riflettuto la griglia di partenza, raccontano di una situazione tecnica non esattamente perfetta: “Mi sono messo abbastanza a posto tra oggi e ieri sera, stamattina ero molto lontano ma ho capito come fare il T2, che alla fine è dove perdevo tutto”, ha raccontato al microfono di Sandro Donato Grosso per Sky. “In qualifica avevo un bel grip, però in gara con la dura davanti non me la sono sentita. Già dal primo giro ho provato a fare come in qualifica, però perdevo il davanti alla 6, a 310 Km/h. Da lì ho preso un po’ di margine, tra oggi e domani speriamo di fare la mossa che mi aiuti lì, per girare un po’ meglio dove Pecco è più forte”.
Ecco perché, quando Jorge parla di quanto Pecco Bagnaia sia - al momento - superiore a tutti non c’è solo da crederci, c’è da farci pieno affidamento. Bagnaia, lo faceva notare Mattia Pasini, ci ha ormai abituati a questo approccio alla stagione, difficile nelle prime quattro o cinque gare, in recupero poi e in pieno controllo a seguire. Cosa che abbiamo cominciato a vedere a Barcellona e che si è concretizzata al Mugello, per poi ripetersi (per ora in meglio) in Olanda. Martín la spiega così: “Al secondo giro già avevo capito che se Pecco non avesse fatto un errore non sarei riuscito a vincere. Però alla fine ho imparato a stare con lui, ma stavo prendendo troppi rischi. La verità è che in gara mi sono sentito male sul davanti, mai così male in tutto il weekend. La verità è che un secondo posto non è male, avevo anche Maverick dietro che veniva su forte e ho dovuto spingere. Ma lo faccio sempre, perché non si sa mai: se qualcuno fa un errore a quel punto puoi provare. Cosa ho visto da Pecco? Lui è in quel momento in cui tutto ti viene facile. Frena forte, riesce a lasciare molto presto il freno e punta molto presto il gas. È lì che devo migliorare, fa la differenza. Complimenti a Pecco perché adesso è a un altro livello”.
Martín, dal canto suo, sa di essere il primo a poterlo mettere in difficoltà. Anche perché la classifica dice che davanti a tutti, per quindici punti, c'è ancora lui.