La notizia di quest’ultima settimana è che Toprak Razgatlioglu potrebbe correre in MotoGP dal 2025. A dirlo e ripeterlo è il suo manager, Kenan Sofuoglu, che ha cominciato ad accarezzare l’idea di un trasferimento nel motomondiale quando i risultati del suo assistito su BMW hanno raccontato di quello che Davide Tardozzi ha definito un “mezzo secondo nel polso”. Può darsi che i turchi stiano soltanto giocando con BMW per ritoccare l’ingaggio in vista del 2025, eppure pensando a come Toprak è stato gestito fino ad oggi - con il passaggio da Kawasaki a Yamaha prima e da Yamaha a BMW poi - le parole di Sofuoglu vanno prese almeno in parte sul serio.
Da qui a vedere concretamente il turco nella squadra di Valentino Rossi però devono succedere diverse cose. Non impossibili, specialmente se consideriamo che nel giro di sei mesi Marc Marquez ha lasciato la Honda con un anno d’anticipo, firmato con Gresini, ricominciato a lottare per il titolo e, infine, siglato un contratto biennale con Ducati Corse per il team ufficiale.
Il primo tassello si chiama Paolo Campinoti. A un mese dalla rabbia provata per l’addio di Martín e lo scontro con Marquez, l’imprenditore potrebbe essere tornato sui suoi passi, quindi accantonando l’ipotesi Yamaha per rimanere con Ducati anche nei prossimi anni. A Borgo Panigale infatti potrebbero essergli venuti incontro con condizioni più vantaggiose rispetto a quelle pattuite in precedenza, specialmente perché il Team Prima Pramac per Ducati è fondamentale per lo sviluppo.
Dunque, poniamo che - come scrive oggi Paolo Ianieri sulla Gazzetta dello Sport - Paolo Campinoti decida di restare in Ducati. Yamaha deve trovare una squadra e questa è una priorità per i giapponesi che hanno bisogno di un team satellite, ma lo è anche per Dorna che vuole ridurre la quantità di dati raccolti dalla Ducati con otto moto in pista. Un secondo team serve per lo sport e per lo spettacolo e, di conseguenza, si farà.
La Yamaha di oggi però non è più ferma, perduta e in sofferenza: Max Bartolini (ex responsabile del veicolo per Ducati) sta spingendo forte, quando non si corre i piloti sono a sviluppare la moto e persino Fabio Quartararo, mai troppo entusiasta della sua M1, ha speso belle parole per il mezzo e la squadra dopo l’ultimo test a Valencia.
Ecco, quindi, che la possibilità che Valentino Rossi e soci decidano di passare a Yamaha diventa di colpo estremamente concreta, anche considerando tutti i vantaggi economici e d’immagine che questa operazione potrebbe portare. Riassumendo: per Ducati VR46 è un cliente, per i giapponesi sarebbe un partner vero e proprio.
Mancano gli ultimi due punti. Uno è rappresentato dall’accordo ufficializzato lunedì 24 giugno tra Aprilia e Marco Bezzecchi: ora VR46 ha una sella libera e, se dovesse passare a Yamaha, non dovrebbe onorare la promessa fatta da Ducati a Fermín Aldeguer. Si ritroverebbe, quindi, con Fabio Di Giannantonio e un posto vacante, oltre a meno pressioni rispetto al 2024, perché se hai una Desmosedici sei quasi costretto a vincere. Ecco perché, in fin dei conti, vedere Toprak in Yamaha gestito con Valentino Rossi è tutt’altro che impossibile. Anzi, sarebbe un colpo enorme per lo spettacolo. Che lo possa essere anche per la classifica invece è tutto da dimostrare.
Il livello in Superbike è alto, eppure in MotoGP - fatta di prototipi, holeshot, aerodinamica, abbassatori - si fa quasi uno sport diverso. Più preciso, pulito, sicuramente estremo. Razgatlioglu potrebbe soffrire, soprattutto considerando che di questi tempi nessuno ha pazienza quando si parla di risultati. Certo che provarci è, come sempre, l’unico modo per scoprirlo.