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SINNER, CHE FAI? Bertolucci sul tarlo di Jannik, tra Halle, Wimbledon, Alcaraz e l’incognita mentale: “Dovrà liberarsi dei sassolini che il Roland Garros gli ha lasciato in testa e…”

  • di Giulia Sorrentino Giulia Sorrentino

  • Foto: Ansa

17 giugno 2025

SINNER, CHE FAI? Bertolucci sul tarlo di Jannik, tra Halle, Wimbledon, Alcaraz e l’incognita mentale: “Dovrà liberarsi dei sassolini che il Roland Garros gli ha lasciato in testa e…”
Sì, Sinner è già ripartito da Halle, ma secondo Paolo Bertolucci il vero ostacolo non è fisico né tecnico: è mentale. “Dovrà liberarsi dei sassolini che la finale persa a Parigi contro Alcaraz gli ha lasciato in testa”. Ora si gioca tutto tra erba, fiducia e recupero psicologico: Wimbledon è vicino, ma chi vince il confronto sull’erba tra Jannik e Carlos?

Foto: Ansa

di Giulia Sorrentino Giulia Sorrentino

Dopo le due finali consecutive giocate su terra, a Roma e al Roland Garros, Jannik Sinner riparte da Halle. Qui, un anno fa, ha conquistato il titolo e iniziato la sua scalata definitiva. Ora torna da numero uno al mondo, con un’agenda precisa: riabituarsi all’erba, sistemare i dettagli tecnici e farsi trovare pronto per Wimbledon. Ma è Paolo Bertolucci a spiegare perché queste settimane saranno cruciali: “Tre giorni appena di allenamento e un doppio giocato con Sonego non bastano per trarre indicazioni sullo stato di forma. Ma servono a riprendere confidenza con la superficie. L’erba non perdona: è diversa in tutto, a partire dai rimbalzi. E il tempismo delle esecuzioni deve adattarsi subito”. Dal punto di vista tecnico, ci sono aggiustamenti da fare: “Il back di rovescio tornerà a essere importante e anche il servizio slice, che Jannik non utilizza spesso, potrà tornare utile. Soprattutto però dovrà alzare la percentuale di prime: a Parigi raramente ha sfiorato il 60%, sull’erba questo margine non è sostenibile”.

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Ma, secondo l’ex Davisman, Sinner non deve snaturarsi: “Se sistema servizio e risposta non avrà bisogno di andare a rete o forzare soluzioni di serve and volley. Con le sue accelerazioni può fare molto più male da fondo campo”. Altro nodo fondamentale è l’adattamento fisico. “C’è un aspetto posturale da non trascurare. Gli appoggi dovranno essere più raccolti, il compasso delle gambe più stretto, le scivolate più controllate. Le caviglie vanno preparate ai cambi di direzione improvvisi. Sull’erba non si improvvisa, serve una base solida”. E anche se sull’erba un quinto set pesa meno che sulla terra, è necessario arrivarci pronti. “A Parigi alla fine era più stanco dell’avversario, ma non credo che a Wimbledon il problema della tenuta si ripresenterà con la stessa intensità”. Poi c’è l’aspetto mentale, che per Bertolucci sarà il vero snodo delle prossime settimane. Un aspetto a cui lui ha sempre dato centralità: “La testa va sistemata. Jannik dovrà fare un lavoro mirato per liberarsi di quei sassolini che la finale di Parigi inevitabilmente gli ha lasciato. Per quanto forte sia, e lo è, una partita del genere non si dimentica facilmente”.

Yannick Hanfmann e Jannik Sinner
Yannick Hanfmann e Jannik Sinner Ansa

E Wimbledon? “Nei primi turni difficilmente troverà qualcuno in grado di metterlo davvero in difficoltà. Avrà tempo per sistemare ancora ciò che non funziona. E poi, se metterà a posto servizio e risposta, avrà tutto quello che serve per arrivare in fondo”. Poi si torna sul confronto con Alcaraz: secondo Bertolucci, oggi i due partono alla pari. “Carlos ha vinto le ultime due edizioni, ma sull’erba la sfida è 50 e 50. Questo Sinner è un giocatore diverso rispetto a quello che due anni fa si fermò in semifinale. Ha vinto Halle, ha mostrato che può fare ancora uno scatto in avanti. Non deve dimostrare nulla a nessuno, solo consolidare ciò che già è. Ed è tanto”. Sinner, secondo il campione, infatti, deve supersare il passaggio più difficile, quello mentale: ritrovare fiducia assoluta nei propri mezzi, liberarsi del residuo della finale persa a Parigi e tornare ad aggredire. “Ha già dimostrato di essere forte, ora non resta che accompagnarlo. Wimbledon è il momento giusto per fare il salto definitivo”.

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