Primo giorno di allenamenti veri all’All England Club. Nell’Aorangi Park, il padiglione riservato agli atleti, si incrociano per la prima volta i big del circuito: clima disteso, sorrisi, qualche battuta. E così, quando Aryna Sabalenka, numero uno del mondo Wta, invade scherzosamente il campo di Jannik Sinner, lo sfida. “Jannik, tocca a te”, gli dice. E lui accetta. Si parte per un gioco, si finisce in una mini-esibizione seguita in silenzio da chi si trovava a bordo campo. La regola è semplice: ciascuno ha un tubo di palline piazzato nei pressi della riga di fondo. Chi lo colpisce per primo costringe lo staff avversario a fare flessioni. Sabalenka ci riesce quasi subito, Sinner resta fermo mentre i suoi preparatori pagano pegno. Ma i due numeri uno non si fermano. Gli scambi diventano sempre più rapidi, per abituarsi ai rimbalzi bassi del prato inglese.

Sabalenka, che aveva cominciato il suo training già da un’ora sul campo 3, colpisce di nuovo il tubo. Game, set, match. “Sei più forte di me”, le dice Jannik mentre va a stringerle la mano. “Mi piacerebbe”, risponde lei. Un abbraccio, un saluto tra staff, poi ognuno torna al proprio programma. Sinner riparte, continua a macinare lavoro sotto gli occhi di Vagnozzi e Cahill. I giorni di stacco dopo il ko con Bublik gli sono serviti? Sicuramente il fatto che sia riuscito a distrarsi e a sorridere in una sessione di allenamento in vista di uno Slam ci fa ben sperare nel fatto che sia riuscito a mettersi alle spalle sia la sconfitta a Halle che i pregressi con Alcaraz. Sabalenka, dal canto suo, arriva da una semifinale persa a Berlino contro Vondrousova. Ma entrambi hanno un solo obiettivo: la finale sull’erba più importante del mondo, nel weekend tra il 12 e il 13 luglio. E magari un trofeo a testa da sollevare.