Probabilmente Jannik Sinner ha bisogno di essere provocato in alcuni momenti: dopo giorni, se non settimane, in cui si è detta la qualunque sul suo conto, ecco che lui ha risposto sul campo, battendo Shelton senza perdere un set, come del resto ci aveva abituati, e giocando in modo granitico. Malgrado il dolore al gomito e una condizione fisica non ideale, Jannik firma un capolavoro di lucidità e intelligenza tattica, piegando in tre set l’esuberanza e la potenza del numero 10 del ranking Atp. Questa partita ci ha fatto fare una sorta di tuffo del passato a prima del caso doping: nonostante, appunto, abbia subito una caduta non indifferente meno di 48 ore prima contro Dimitrov, la cui gravità non è ancora nota, è riuscito a mantenere una tenuta invidiabile al servizio e negli scambi da fondo campo, evitando di forzare il dritto, ma compensando con una gestione lucida e intelligente del gioco. Una vittoria costruita con la testa prima ancora che con i colpi, che lo proietta per la seconda volta in carriera in semifinale ai Championships.

Oggi Jannik Sinner è il giocatore più giovane ad aver raggiunto le semifinali in quattro eventi consecutivi del Grande Slam maschile da Rafael Nadal nel 2009. Per l’altoatesino c’è Us Open 2024, Australian Open e Roland Garros 2025. Nessuno ha mai messo in discussione le sue straordinarie doti tecniche e tattiche, o forse sì, qualcuno in effetti c'è stato e potrebbe essere stato proprio lui. Questo match, con una vittoria schiacciante in poco più di due ore, ecco che potrebbe ricordare a sé stesso chi è il vero alieno nel mondo del tennis. Purtroppo, è stato eccessivamente sottovalutato l'impatto mentale di uno stop prolungato per un uomo che vive di tennis, respira tennis, ama il tennis. Ed è per questo che dobbiamo ammettere quando sbaglia, senza cercare continuamente una giustificazione.

Abbiamo finalmente scoperto il suo lato fallibile, ma soprattutto lo ha scoperto lui. Ma all'inizio ci si deve adattare anche alla vulnerabilità, bisogna imparare ad accompagnarla, ad accoglierla, a capire come gestirla per trasformarla in una risorsa. Sinner anche con un fisico in condizioni precarie ha vinto, perché voleva dimostrare a tutti di non essersene mai andato. Voleva dimostrare che non era quello della partita contro Bublik o contro Dimitrov. Rendersi conto della potenza della forza mentale, e degli straordinari risultati a cui questa può portare, sarà sempre più un valore aggiunto in qualunque sport e in qualunque disciplina.