Jannik Sinner è in azione agli Australian Open, ma i dubbi non mancano. Dopo il buon esordio (seppur con un po’ di “polvere” da soffiare via) contro Nicolas Jarry, sconfitto in tre set (7-6(2) 7-6(5) 6-1), l’altoatesino mostra segnali di maturazione fisica e tecnica, ma un’ombra si allunga sul suo cammino: il rischio di problemi cronici all’anca, un incubo per chi, come Andy Murray, ha pagato caro i carichi mal gestiti.
Cavigliere addio: una svolta rischiosa ma necessaria
Sinner, come sottolinea Gaia Piccardi sul Corriere della Sera, ha tolto le cavigliere rigide usate dal 2022 dopo una distorsione, frutto di una riflessione sulla prevenzione degli infortuni. “Adesso mi sento abbastanza sicuro per farlo,” ha spiegato Jannik, che ha lavorato intensamente sulla propriocettività e sull’equilibrio con il preparatore Alberto Panichi. Secondo l’esperta Barbara Rossi, questa scelta potrebbe prevenire carichi dannosi sulle anche: “Meglio il rischio di una storta oggi che problemi cronici domani.”
La prova contro l’australiano Tristan Schoolkate non dovrebbe rappresentare un ostacolo insormontabile, ma ogni partita è un tassello per consolidare sicurezza e ritmo. "Ho tolto un po’ di ruggine," ha ammesso Sinner. In tribuna, per la prima volta in Australia, il fratello Mark, un sostegno affettuoso in un percorso che si fa sempre più esigente.
Kalinskaya: una stagione in salita
La compagna di Sinner, Anna Kalinskaya, si è ritirata pochi minuti prima del debutto contro l’australiana Birrell. È il secondo forfait in pochi giorni, dopo il ritiro ai quarti del Wta di Adelaide. La russa, che difendeva i quarti a Melbourne, rischia un pesante crollo in classifica.
Berrettini: l’urlo di Melbourne
Mentre Sinner costruisce il suo cammino, Matteo Berrettini regala spettacolo alla Kia Arena. Con una prova di forza e precisione, l’azzurro – penalizzato da un tabellone subito ostico – ha superato Cameron Norrie in quattro set (6-7(4) 6-4 6-1 6-3), siglando 32 ace. “Ho provato sensazioni incredibili,” ha dichiarato Matteo, che ora attende la sfida stellare contro Holger Rune.
Un’ottima prova per Berrettini, che lo scorso anno era stato costretto a guardare il torneo alla tv: “Essere tornato qui è la sensazione migliore.” L’azzurro dimostra che la sua potenza può fare la differenza anche sul cemento australiano, dove spera di lasciare un segno indelebile.