Simona Halep, ex numero uno del tennis mondiale, ha acceso il dibattito sul trattamento riservato a Jannik Sinner e Iga Swiatek nei loro rispettivi casi di doping, rispetto alla sua esperienza personale. Con un post su Instagram, che ha attirato il like di Alexander Zverev e altri colleghi, Halep ha espresso la sua indignazione per la disparità di trattamento: “Non trovo, e non credo possa esistere, una risposta logica. È solo cattiva volontà da parte dell’Itia”. Halep, che ha scontato una sospensione di nove mesi dopo una riduzione da un iniziale ban di quattro anni, ha sottolineato come Sinner e Swiatek abbiano subito conseguenze minime. “Ho perso il sonno. Durante i due anni del mio processo non dormivo più. Ora, dopo quello che è successo, ho perso di nuovo il sonno per giorni. È inaccettabile, dal mio punto di vista,” ha dichiarato la tennista rumena. Mentre Sinner non ha perso alcun torneo e Swiatek ha scontato solo un mese di stop, Halep è rimasta lontana dal tennis per 17 mesi, un periodo che ha cambiato profondamente la sua carriera. “Mi hanno annunciata subito e ho ricevuto tutto il peso mediatico. Per loro [Sinner e Swiatek], tutto è stato mantenuto segreto fino alla conclusione del caso. È molto strano.”
La sfida del ritorno
Ora, a 33 anni, Halep è impegnata nel recupero sia fisico sia emotivo. “Non mi aspettavo fosse così difficile tornare. Ho sempre saputo come allenarmi, ma gestire le emozioni prima delle partite è stato devastante. Mi sento ancora lenta nei movimenti, come se il cervello non inviasse i segnali giusti alle gambe.” Con un ranking crollato al numero 879 e una partecipazione limitata a pochi tornei, Halep si trova a dipendere dalle wild card per giocare: “Non è facile. Non pensavo avrei dovuto controllare quanti punti mi servono per rientrare tra le prime 100, ma è la realtà adesso”. Halep ha puntato il dito contro il sistema del tennis e il Consiglio dei giocatori per non averle restituito il ranking del luglio scorso: “È stato deludente. Credo davvero di meritare di riavere quei punti”. Nel suo post, Halep ha anche evidenziato la discrepanza nel modo in cui i casi di doping vengono gestiti, con un tono che denuncia non solo ingiustizia, ma anche un peso emotivo non indifferente: “Mi hanno incoraggiato a parlare di più, e penso che lo farò. Ora tutti sanno come mi sento.” Il giovane campione italiano, al centro della polemica, non ha ancora replicato alle accuse implicite di Halep. La domanda rimane: il diverso trattamento nei casi di doping è un’ingiustizia o semplicemente il risultato di circostanze specifiche? E come cambierà la percezione del tennis in un periodo in cui la trasparenza è sotto i riflettori?